San Marino. Nel giorno di Titan flags, si apprende che Cecchi (Gdf) se ne va

San Marino. Nel giorno di Titan flags, si apprende che Cecchi (Gdf) se ne va

Enrico Cecchi, l’uomo della Guardia di Finanza che ha portato alla luce le infiltrazioni malavitose fra Riviera Romagnola e Repubblica di San Marino,  lunedì prossimo sarà altrove. Lo si apprende nel giorno dell’annuncio dell’operazione Titan flags, che potrebbe avere conseguenze devastanti sull’economia sammarinese.

Pier Luigi Martelli di Il Resto del Carlino: «Ho aperto il coperchio sugli affari del Titano» / Il bilancio dei 5 anni del comandante Enrico Cecchi

Gli ultimi giorni dietro a quella scrivania che ha tenuto per cinque anni. Poi da lunedì il colonnello Enrico Cecchi, comandante della Guardia di finanza di Rimini, guiderà il Centro addestramento regionale delle Marche. Al comando provinciale delle Fiamme gialle arrivò nell’agosto del 2006. Vulcanico, poliedrico, cacciatore infaticabile di fotografie militari e cimeli storici, personaggio dalle poche ma impeccabili amicizie, un passato professionale marcato dal lavoro a fianco del pool Antimafia di Milano, è difficile immaginare Enrico Cecchi nelle vesti di «professore».

Rimini, turismo, evasione. L’accostamento le suona? «Alcune attività sono regolate dagli studi di settore e qui possiamo fare poco. Il problema degli hotel è diverso, come le nostre verifiche hanno, anche recentemente, evidenziato. Il fatto è che in Provincia esistono 25mila partite Iva legate al turismo. Noi abbiamo le forze per portare a termine 200 verifiche all’anno. Ci vorrebbero 125 anni per chiudere il cerchio… Comunque in questi cinque anni per violazioni fiscali all’Iva e alle imposte abbiamo portato a casa 2,5 miliardi di euro con 3mila verifiche e abbiamo portato allo scoperto 163 evasori totali o quasi»

Cifre che riportano a San Marino. Ma ci voleva un’inchiesta da Forlì per sollevare il coperchio? «Piano, noi siamo partiti nel 2006 con le inchieste su tre grandi gruppi industriali sammarinesi. I primi controlli su strada li abbiamo fatti noi. E se certe leggi, in particolare sul trasporto di valuta, sono cambiate, lo si deve alla nostra attività».

Mai trovato bastoni fra le ruote a indagare sul Titano? «Da Roma abbiamo sempre avuto via libera. D’altronde come la pensa Tremonti lo sanno tutti».

Ma perchè è così difficile pizzicare gli evasori? «E’ San Marino l’anomalia. Le banche hanno un turno di apertura che va dalle 13 alle 17.»

E che c’entra? «Se io sono un commerciante che non rilascia scontrini, o che ne rilascia pochi, quando chiudo la bottega porto il ‘nero’ oltreconfine. Ci metto venti minuti. Questa è l’anomalia».

Ma i rapporti con San Marino non sono cambiati? «Con la magistratura adesso le cose funzionano. Ma ci vuole un reato per far scattare la rogatoria. A San Marino l’evasione fiscale non è un reato…».

Avete picchiato duro con i controlli sulla Superstrada. «Con buoni risultati, abbiamo fatto molti sequestri di importi superiori ai 10mila euro. Ma non ci illudiamo: una dogana sarebbe la soluzione radicale al problema».

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