San Marino nel Patrimonio dell’Umanita’ raccontato da Edith Tamagnini

San Marino nel Patrimonio dell’Umanita’ raccontato da Edith Tamagnini

San Marino nella Lista Unesco del Patrimonio Mondiale. Una sfida che sembrava impossibile.
La piccola Repubblica arroccata sul Titano Titano non ha le piramidi d’Egitto, non ha i tesori di Firenze o di Roma, non ha i palazzi di Venezia, né il Partenone di Atene. Ha però una tradizione storico istituzionale che ancora vive nella sua società. Un bene intangibile. Come quella libertà di cui San Marino si è fatta portavoce nei secoli. Ed è stato questo aspetto a fare la differenza.

A raccontare la storia affascinante ed impervia dell’iscrizione di San Marino nella lista mondiale, l’ambasciatore di San Marino all’Unesco, Edith Tamagnini nel corso di una serata organizzata da Ladies’ Cricle di Rimini, insieme con il Lions Club Malatesta e il Lions Club di San Marino, presso l’hotel Holday-in, a Rimini. Ospite d’onore, il Segretario di Stato alla Cultura Romeo Morri.

Una vero proprio intermeeting per capire come un così piccolo paese, che non ha mai avuto né grandi palazzi, né grani artisti, ce l’abbia potuta fare.

Sostenere la candidatura, rispondere ai dieci quesiti oggettivi posti dagli organismi UNESCO,
superare ben due esami, visto che il primo aveva prodotto una sonora bocciatura, più di una
questione di orgoglio, è stata una questione di fede. “Riuscire in questo obiettivo – ha spiegato l’ambasciatore Tamagnini – era scritto nel destino di San Marino: è la sua storia che parla. Il problema era farlo capire ai Paesi del resto del mondo”.
Il lavoro tecnico condotto da una piccola equipe di architetti e ingegneri, che hanno redatto il dossier; il fondamentale lavoro diplomatico condotto dalla Tamagnini, spesso anche contro
lo scetticismo interno e l’amore per San Marino che ha guidato tutti nelle scelte, sono stati i
fattori che alla fine ha prodotto il risultato sperato. E la risoluzione finale, lo sancisce in maniera inequivocabile.
“San Marino è una delle più antiche repubbliche del mondo e l’unica Città-Stato che sussiste,
rappresentando una tappa importante dello sviluppo dei modelli democratici in Europa e in tutto il mondo”.
Così si esprime la dichiarazione di valore universale emessa a Quebec, Canada, il 7 luglio 2008, giorno dell’iscrizione nella lista del Patrimonio dell’Umanità. Una data che ormai San Marino celebra ogni anno con la dignità e l’orgoglio che giustamente ne derivano.
Come patrimonio intangibile è espressione dell’armoniosa interazione di una storia secolare, usi, costumi, tradizioni. Come patrimonio tangibile il modello urbano storico, i numerosi monumenti pubblici, l’habitat naturale del Monte Titano, rappresentano valori importanti in termini di architettura e di paesaggio e sono in simbiosi con il patrimonio immateriale. San Marino è una testimonianza eccezionale di una tradizione culturale vivente, avendo esercitato il ruolo di capitale di una repubblica indipendente sin dal XIII secolo.
Ma la sfida non deve esaurirsi con il riconoscimento di un valore universale eccezionale, come ha ricordato all’intermeeting l’ambasciatore Edith Tamagnini. La fierezza nazionale va coltivata, perché per rimanere nel patrimonio mondiale occorre seguire precise direttive. Un sito deve infatti essere tutelato, monitorato, valorizzato e promosso. Per questo è stato redatto un Piano di Gestione, è stata varata un’apposita legge quadro e sono stati stanziati a bilancio 2 milioni di euro (nonostante la crisi) per la tutela e il restauro dei palazzi storici, mentre a breve verrà inaugurata l’apposita segnaletica.
Suggerimenti preziosi anche per Rimini, che sta portando avanti la candidatura per il tempio
malatestiano.             
[c.s.]

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