San Marino nello scandalo Mose sui media italiani. Il Fatto quotidiano

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 Il Fatto quotidiano

Parla la ex segretaria
Claudia Minutillo, la dark lady che sta inguaiando Galan

Giancarlo Galan nega, nega, nega. Ma la sua ex segretaria sta vuotando il sacco e gli inquirenti sembrano dargli molto credito. Del resto, Claudia Minutillo, era la sua ombra, stava sempre nel raggio di due metri, racconta Renzo Mazzaro nel libro “I padroni del Veneto”: “la chiamavano Dark lady e non solo perché vestiva di nero: teneva le chiavi di tutti gli accessi al presidente”. Minu, così la chiamavano gli amici, “era l’assistente del presidente Galan. Ma il mercato ovviamente la chiamava la vice Presidente, nel senso che era noto che qualunque richiesta, appuntamento, atto richiesto al Presidente Galan veniva veicolato attraverso la dottoressa Minutillo”, ha spiegato ai magistrati Piergiorgio Baita, l’uomo forte dell’impresa di costruzioni Mantovani e del consiglio direttivo del Consorzio Venezia Nuova, nonchè generoso bancomat dei politici coinvolti.
Il potere – Sergio Rizzo oggi ha tracciato sul Corsera un ritratto della Dama Nera che ora si è trasformata in “gola profonda” decisa a cavarsela scaricando tutto sugli altri primo fra tutti l’uomo che l’aveva issata ai vertici del potere, quello vero, non quello formale, della Regione. Un potere che la portava a bacchettare chiunque non eseguisse i suoi ordini. Basta leggere negli atti processuali il modo in cui trattava l’assessore alla Mobilità e alle Infrastrutture, Renato Chisso, il cui potere era destinato a crescere dopo lo stizzito addio del “Galan Grande” alla presidenza della Regione. Le serve che l’assessore metta una firma su un’autorizzazione? Prende il cellulare e gli intima: “Scusa, vai sempre a mangiar da Ugo, alza il culo e vieni qua”. E il succubo Renato, “che era a mangiare in ristorante», scrivono i magistrati, si affrettò a passare dove gli era stato chiesto “rassicurando che non vi sarebbero stati problemi”. Insomma, annotano gli inquirenti, “le modalità perentorie con cui la Minutillo dice a Chisso di venire subito sono più proprie del modus di riferirsi ad un dipendente subordinato che a un assessore regionale”». E non è un caso isolato. Un’altra volta, la donna “chiama a rapporto” l’assessore nel proprio ufficio di «Adria Infrastrutture », lo fa aspettare fuori dalla porta finché non finisce una telefonata e dopo averlo fatto accomodare gli “impartisce una serie di disposizioni” delle quali l’uomo forte di Forza Italia per le infrastrutture venete prende diligentemente nota dimostrando la sua “subordinazione totale” alla società Mantovani e alla Minutillo. La quale un’altra volta ancora, impaziente per certe pratiche non ancora sbloccate, sbotta con la consueta signorilità: “Cazzo, cerca di lavorare! Sono tutti incazzati neri”.
L’aut aut della moglie di Galan – L’allontanamento della Dark Lady da Galan fu dovuto, secondo il racconto di Mazzaro ripreso da Rizzo, alla futura moglie dell’ex governatore. Fu Sandra Persegato a a metterlo di fronte alla scelta: “O me o lei”. Galan scelse la fidanzata con grande sconforto della segretaria che persò non si perse d’animo. La sua seconda vita viene ricostruita passo passo dall’Espresso nell’articolo: “Claudia, la segretaria ne ha fatta di super strada”. Trampolino di lancio, ovvio, quel ruolo di segretaria: «La signora sfoggiava modi spicci e un’aria vagamente manageriale, ma certo nessuno si aspettava di ritrovarla, a quattro anni di distanza, addirittura a capo di un piccolo gruppo finanziario-industriale. Costruzioni, immobili, editoria: un network di società, tutte targate Minutillo, nate e cresciute dopo che la collaboratrice di Galan ha lasciato il suo incarico in Regione».
Il 28 febbraio 2013, lo stesso giorno dell’arresto di Piergiorgio Baita, viene arrestata e comincia a raccontare. Dice ai giudici che non si trattava di bustarelle sporadiche a Galan ma di “un sistema, cioè ogni tot quando loro potevano gli davano dei soldi”. Insomma, “pagamenti regolari”. “Come uno stipendio?”, chiede il magistrato. “Sì, di fatto”. Quanti soldi? Tantissimi. Eppure, pareva non bastassero mai: “Baita a volte si lamentava di quanto veniva a costare Galan”.

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