L’Informazione di San Marino: “Risolto il ‘giallo’, il gatto ucciso non era del ministro”

L’Informazione di San Marino: “Risolto il ‘giallo’, il gatto ucciso non era del ministro”

Risulta dagli atti del procedimento, in seguito all’esame del microchip, proprietario e detentore del micio era una signora di via del Voltone.

ANTONIO FABBRI – Quanto emerso non toglie nulla alla gravità del fatto, ma pone degli interrogativi sul perché sia stata detta una cosa per un’altra.

L’episodio è quello del gatto ucciso dal campione di ciclismo con un colpo di carabina ad aria compressa nel giugno dello scorso anno.

Ormai dell’accaduto si è detto praticamente tutto e recentmente anche una protesta alla Segafredo da parte degli animalisti. D’altra parte a ingrossare l’interesse sulla notizia è stato il titolo del Corriere della Sera “Un campione spara al gatto del ministro: grosso guaio a San Marino”

Titolo accattivante, o acchiappaclic, come si dice oggi. Nel testo dell’articolo la frase da cui si evincerebbe la proprietà del gatto è piuttosto ambigua. “Il gatto non dava fastidio a nessuno – dice il ministro Pedini Amati – era con noi da tanto tempo”.

Ad attribuire sempre sul Corriere la proprietà del gatto al ministro è anche la rubrica del mattino Il caffè di Massimo Gramellini che chiosa: “Mi resta un’ultima curiosità. Il destino ha voluto che il gatto ucciso fosse proprio quello del ministro. Costui si sarebbe rivelato altrettanto inflessibile, se si fosse trattato del gatto di un suo concittadino?”

Ma mentre sul Titano serpeggiava da subito negli ambienti politici che quella di spacciare il gatto come di proprietà del ministro sia stata una “ furbata” propagandistica, a fare venire un dubbio ancora maggiore è il servizio de “Le Iene” che, nella puntata del 7 marzo, intervistano il giovane ciclista multato per avere sparato al micio. Raccolgono le parole di Antonio Tiberi: Quel gatto “non era neanche del ministro… era un gatto randagio”, dice Tiberi. “Perché il ministro dice che era suo?”, chiede l’intervistatore. “Andate a chiederlo a lui...” risponde il ciclista.

E allora l’inviato delle Iene glielo va a chiedere: “Ma era suo il gatto o meno?… perché il ragazzo ci dice che non era suo”.

Dopo una pausa infinitesimale il Segretario Federico Pedini Amati, apparentemente intercettato a fianco di Palazzo Pubblico risponde lapidario: “Il gatto era mio”. Risposta che viene rimandata in onda per confermare che il gatto era del ministro anche perché il ciclista ha, sempre nel servizio, riferito che la gendarmeria ha controllato il microchipe questo gatto è risultato non era di nessuno”. “Il gatto era mio”, viene rimontata nel servizio la risposta di Pedini Amati.

Un “giallo”, dunque, che può essere risolto solo dalle carte dell’indagine, considerato che il gatto aveva il microchip.

Dal microchip risulta chi è il proprietario e chi è il detentore dell’animale. Ebbene, dal rapporto della gendarmeria che è agli atti risulta che il micio “Specie: felina (gatto domestico); Razza Europea; Taglia Media; Colore mantello Bianco Tigrato; Sesso Maschio castrato; Peso 3,8kg; Età 13 anni (data di nascita 04/04/2009)”, era stato sterilizzato “in data 10/10/2014 (data dell’inserimento/identificativo microchip) e iscritto al proprietario in data 12/01/2019. (si allega copia della scheda anagrafica)

Dalla scheda anagrafica risulta che non è vero che il gatto non era di nessuno e risulta anche che non è vero che fosse del ministro.

Alla voce proprietario, infatti, risulta il nome di una signora residente in via del Voltone e alla voce “detentore” risulta sempre la stessa signora.

Il gatto, dunque, non era del ministro. Vero è, invece, che è stato ucciso in via Istriani, dove probabilmente il gatto era solito aggirarsi, nei pressi dell’abitazione del ministro.

Ci sarebbe da capire come mai il Corriere della Sera abbia titolato “…il gatto del ministro” e come mai il ministro abbia confermato che il gatto fosse il suo. Evidentemente faceva più notizia.

Articolo tratto da L’Informazione di San Marino pubblicato intrgralmente dopo le 23

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