San Marino non si piega a Tremonti

San Marino non si  piega a Tremonti

La Repubblica di San Marino pare avere cambiato strategia nei riguardi dell’Italia ed, in particolare, nei confronti del  Ministro dell’Economia Giulio Tremonti. Non sembra più disponibile ad impegnarsi a combattere comunque i fenomeni distorsivi verso l’economia italiana in assenza di una trattativa a livello politico che prenda in esame tutte le materie oggetto di contenzioso fra i due Stati. 

San Marino parrebbe quasi voler costringere – si fa per dire – il governo italiano a trattare. O  prendendo  decisioni che sanno di provocazione   o scegliendo, ancora provocatoriamente,  di non prendere certe  decisioni.  

Ad esempio, ha  lasciato che crescesse mese dopo mese il numero dei matrimoni celebrati  anche con emigrati  in Italia senza permesso di soggiorno.

Non ha avuto remore, nella finanziaria appena varata,  ad introdurre novità nei gravami sui salari, a scapito, essenzialmente, dei frontalieri italiani.

Di fronte allo scandalo delle auto di lusso esploso  col caso della Ferrari nera, ha fatto sapere che si adopererà per ‘ridurre’ il fenomeno’,  abbassando il tetto delle auto a disposizione degli 84 noleggiatori  (e dei  rivenditori di auto)  che operano in Repubblica.

Non ha prorogato, alla scadenza del 31 dicembre 2010,  il decreto sul prepagamento dell’Iva su trasferimenti di merci di settori a rischio frodi carosello. Tanto  che pare aver ripreso proprio in questo giorni il traffico  di telefonini, computer, eccetera, interrotto 6 mesi fa appunto con detto decreto.    

 

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