San Marino, Partito Socialista mancato. Pier Roberto De Biagi, NQRimini San Marino

San Marino, Partito Socialista mancato. Pier Roberto De Biagi, NQRimini San Marino

Pier Roberto De Biagi, NQRimini San Marino:  Non esistono i presupposti per l’esecutivoCasali costretto  a“congelare”  il partito unico 

SAN MARINO – Che non  esistessero i presupposti  per costruire l’Esecutivo  del Partito Socialista –  quello senza aggettivi – pare  che Augusto Casali e  compagni lo abbiano scoperto  solo ora e quasi ne  sembrano sorpresi. E, in  conferenza stampa, non  nascondono di sentirsi addirittura  raggirati dal PSD,  con il quale “congelano”  ogni rapporto. Colpa di  quegli sparuti congiurati  dell’area democratica e,  tanto per non far torto ad  alcuno, dell’inconsistenza  della componente socialista.  Tutti, o quasi, additati  come sabotatori di “un  grande progetto di prospettiva”.  Cosicché il sipario  cala sul più snervante  ed eccentrico feuilleton  scritto, negli anni recenti,  dalle diverse ramificazioni  del fu Partito Socialista  Sammarinese fra costituenti,  aggregazioni ed esecutivi.  Quale fosse e che fini  si ponesse, poi, questo  progetto è stato detto in  maniera sfuggente o non è  stato detto affatto. Hanno  dominato invece le strategie,  non ultime quelle di  cortile. C’era soprattutto  chi pensava di contribuire  a stabilizzare la maggioranza  di turno, perché domani  (o anche oggi) chissà.  Il CAF, in casa socialista,  ha fatto scuola e un partito  che in un paese normale  dovrebbe stare a sinistra –  così come succede, ad  esempio, in Francia, in  Spagna, in Germania. In  Italia no! – si mostra, al  contrario, più propenso a  scegliere la continuità se  non, come qualcuno ha  scritto, “l’eternità democristiana”,  comprimendo  addirittura la vocazione  originaria per consacrarsi  al sacrificio di “un posto a  tavola”. Che, con uno sforzo  di lungimiranza, poteva  non essere, però, solo quello  apparecchiato dal  PDCS. Ed è stato forse questo  il fulcro delle incomprensioni,  degli indugi e  del conseguente, dichiarato  insuccesso nel rimettere  insieme le anime della eterna  diaspora socialista. Il  Patto, pur con frequenti e  sofferte acrobazie, ha retto  e sembra poter reggere ancora  per un po’. Il reticolo  nei partiti, fra i partiti e fra  gli stessi loro esponenti è  più complesso e articolato  di quel che si possa immaginare,  tanto da disorientare  più d’uno e da farlo allontanare  dai propositi originari.  Del resto, con elezioni  che non si profilano  granché lontane, le alleanze  vanno costruite e nessuno  arrischia un centesimo  sul fatto che siano le stesse  del 2008. Poteva non essere  la scommessa del Partito  socialista senza aggettivi finalizzata  a questo obiettivo?  Certo che lo era! Ma le  divaricazioni apparivano  evidenti fin dal primo momento,  così come i retropensieri  dei protagonisti.  Per cui, mentre la tela scende  una partita si riapre.  Purtroppo – c’è da giurarlo  – sempre lontano se non  sulla testa dei cittadini e del  Paese. Fino a quando? 

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