Gian Nicola Berti, come politico e come appartenente all’Ordine degli
Avvocati e Notai interviene sulla vicenda del ‘pizzino‘, oggetto di una conferenza stampa protagonisti Livio Bacciocchi e il suo avvocato Carlo Biagioli
Oggi, chi è accusato o chi subisce un giudicato non gradito si
strappa le vesti e, da apparente responsabile di certi fatti, cerca di
presentarsi quale vittima predestinata, se non addirittura, come i recenti fatti
di cronaca insegnano, minaccia denunce o mette in discussione l’onorabilità di
chi è stato suo malgrado chiamato dalla società a giudicarli.Non sono in
grado, né mi è consentito conoscere nel dettaglio i fatti del supposto pizzino,
ma, leggendo le cronache dei giornalisti e vedendo il documento su di un sito,
ho constatato che nessun riferimento a Bacciocchi è presente. Ma, anche se fosse
presente un riferimento, mi parrebbe una comunicazione di tipo epistolare
privata, benchè priva dell’indicazione del redigente e del destinatario, di qui
le domande: se fosse vero che il destinatario e la redigente il pizzino sono le
persone indicate dal Bacciocchi e dal suo avvocato, costoro come ne sono venuti
in possesso? E’ lecito questo possesso? Forse una dimenticanza, mi auguro non
una sottrazione; poco importa, il problema è ben altro. Il problema sono i danni
già causati alle tante persone che avevano riposto la fiducia in Fincapital, i
danni al sistema economico sammarinese, additato di infiltrazioni malavitose, i
danni alle persone che lavoravano nelle aziende satellite dello studio
Bacciocchi. Costoro, ai quali esprimo il mio massimo sostegno, non hanno fatto
conferenze stampa e posso immaginare il loro stato d’animo nell’assistere a
questo miserevole spettacolo.
Non basta. Ora si vuole arrecare danno anche
all’Ordine professionale, al quale appartengo, ed al Tribunale, che operano nel
rispetto dei doveri che la legge gli impone, ed ai quali vertici esprimo la mia
massima solidarietà.
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