San Marino Podeschi Bis: indagini fino in Austria che pero’ non hanno fornito risposta

San Marino Podeschi Bis: indagini fino in Austria che pero’ non hanno fornito risposta

L’Informazione: Podeschi Bis: indagini fino in Austria che pero’ non hanno fornito risposta 

Le verifiche riguardavano un ulteriore episodio di riciclaggio da 200mila euro passati per due società

Antonio Fabbri

“Se si vuole incassare il denaro delle tangenti è possibile. Basta cercare la collaborazione della Svizzera e dell’Austria”. Lo aveva affermato Giuseppe Roberti nella sua memoria scritta nell’ambito, letta dal suo legale, nel processo Mazzini. E l’Austria torna anche nelle indagini del Podeschi Bis. Nelle carte del procedimento che ha visto un nuovo rinvio a giudizio – per corruzione a carico di Claudio Podeschi e dell’ex ambasciatore in Montenegro, Paul Phua; per riciclaggio per lo stesso Podeschi e Biljana Baruca e per emissione di fatture false per quest’ultima – emergo- no anche le indagini compiute tramite rogatoria verso l’Austria, alla quale, tuttavia, l’autorità austriaca non ha risposto non ammettendo la rogatoria, discutibilmente in antitesi con i dettati della Convenzione di Strasburgo sulla collaborazione giudiziaria. Così, non avendo potuto acquisire ulteriori prove, la magistratura sammarinese ha dovuto archiviare questa parte dell’indagine.

Una ulteriore ipotesi di reato Oltre agli episodi di contestata corruzione e riciclaggio che sono alla base del rinvio a giudizio del Podeschi Bis, gli  inquirenti hanno indagato anche su una ulteriore ipotesi di accusa, poi decaduta. Secondo le ricostruzioni dei flussi vi sono stati passaggi di denaro arrivato dalla società austriaca Maxima Solution a favore della Aol Ipsp San Marino Srl, società sammarinese amministrata da Baruca, e con soci al 50% A.B. Capital Group Limited, una holding le cui attività (“financial service, consulting and technology field”) spaziano da Israele, alla Thailandia, dalla Svizzera alla Russia. La rimanente quota del 50% del capitale sociale fa capo a Yosef Gershon, Ambasciatore della Repubblica di San Marino a disposizione in Israele (25%) e a Claudio Podeschi (25%).

In ballo c’era la consulenza della società sammarinese Ipsp alla austriaca Maxima per l’acquisto di una licenza bancaria – l’Euro Commercial Bank – da parte di soggetti russi. Al centro un bonifico di 200mila euro da Maxima Solution a Ipsp. Per gli inquirenti sammarinesi, però, le indagini hanno evidenziato elementi di anomalia nell’operazione di “consulenza”. Tanto che l’acquisizione della banca sarebbe avvenuta con fondi la cui origine doveva rimanere rigorosamente non tracciata e non individuata, grazie al ricorso a soggetti interposti. Cosa che ha suscitato negli inquirenti pesanti sospetti sulla provenienza illecita.

La rogatoria in Austria Viste le movimentazioni sospette, per capire la natura dei fondi trasferiti, l’autorità giudiziaria sammarinese ha dunque inviato una rogatoria in Austria. Tuttavia la Autorità giudiziaria Austriaca non ha accolto la richiesta. “In particolare, secondo l’autorità richiesta – riportano gli atti contenuti nel fascicolo dove si trova il provvedimento della magistratura austriaca – non sono stati indicati né i reati presupposto del riciclaggio né gli elementi costitutivi di una organizzazione terroristica Inoltre non sarebbero state fornite prove personali a carico dei prevenuti «a lungo detenuti»”. Una risposta che è agli atti del procedimento che, tuttavia, cozza per gli inquirenti sammarinesi con i principi della convenzione di Strasburgo sull’assistenza giudiziaria che prevede che la richiesta di assistenza giudiziaria contenga, non le prove dei fatti, ma i capi d’accusa e una sintesi dei fatti. Anche perché le prove sono quelle che si stanno ricercando con la rogatoria. Inoltre la risposta cozza con la recente sentenza della Corte di Strasburgo che ha dichiarato legittima la carcerazione preventiva nel caso Podeschi, riferita peraltro ad altri casi e ad altri reati, rilevano gli inquirenti sammarinesi. L’autorità giudiziaria austriaca, insomma, non risponde e questo ha impedito all’autorità sammarinese di valutare se vi fosse da contestare un altro fatto di reato che, dunque, non è stato possibile verificare. Così gli inquirenti hanno archiviato questa parte. Resta la ricostruzione dei fatti e dei flussi che fanno comprendere l’ampio spettro internazionale degli interessi.

 

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