San Marino. Porta a porta, 1,7 milioni in meno delle isole ecologiche

San Marino. Porta a porta, 1,7 milioni in meno delle isole ecologiche

Il porta a porta costa 1,7 milioni in meno delle isole ecologiche

Il dibattito in Consiglio e in commissione sulla raccolta differenziata dei rifiuti, con il Segretario di stato Stefano Canti che ha dichiarato il “tramonto del porta a porta”, ha visto lanciare numeri non sempre analiticamente documentati sui costi, sulla percentuale di differenziazione, sull’efficienza del servizio.

Una relazione molto dettagliata, invece, è stata consegnata nei giorni scorsi a tutti i consiglieri, da parte dell’Associazione Temporanea di Imprese (Ati), formata da Cooperativa New Era, Cooperativa Sociale In Volo, Ecolsystem srl, Igiene Ambientale Management srl, Di Sana Pianta, attualmente impegnate nella raccolta “porta a porta” nei castelli di Montegiardino, Faetano e Città ad eccezione delle zone Unesco ubicate all’interno delle Mura di Città servite direttamente da Aass.

La relazione – seppure realizzata, va detto, da una parte interessata essendo presentata dalle cooperative aderenti all’Ati, oggi impegnate nel porta a porta – chiarisce con i dati l’efficacia di questa tipologia di raccolta rifiuti e confuta le affermazioni che ne dovrebbero giustificare, invece, il tramonto, come sostenuto da Segretario di Stato e maggioranza. Tre le principali motivazioni per le quali nella sostanza il porta a porta, per i detrattori, sarebbe da superare: mancato raggiungimento della percentuale di differenziata richiesto dagli accordi; costi superiori alle isole ecologiche; mancata applicazione della tariffa puntuale. Tre aspetti tutti smentiti dalla relazione dell’Ati.

La percentuale di differenziata La prima affermazione che viene smentita riguarda la percentuale di raccolta differenziata. “Il dato del 43% di differenziazione discusso in Commissione consiliare ambiente risulta essere del tutto discordante dai dati reali relativi al nostro servizio perché calcolato tenendo conto sia delle aree dove è già attivo il porta a porta, sia delle aree dove sono ancora presenti i cassonetti stradali e pertanto non rappresentativo dell’efficienza del servizio svolto con il metodo del “Porta a Porta”.

La relazione riporta quindi il riepilogo dei dati reali della raccolta nelle aree servite con il metodo porta a porta. Il dato “si evince dalla dichiarazione catastale rifiuti, inviata annualmente all’UOGA e calcolata sulla base delle risultanze delle pesate effettuate in ingresso presso il centro di San Giovanni prima dello scarico ed opportunamente controllate e verificate da AASS. I dati dimostrano chiaramente che il servizio Porta a Porta svolto dalle nostre aziende ha prodotto una differenziazione del rifiuto pari al 72,59 %.

Siamo quindi a dimostrare – con dati oggettivi – che il servizio “PORTA A PORTA” da noi effettuato ha di gran lunga superato le aspettative e gli obiettivi, con un RISULTATO DEL 72,59% a fronte di un obiettivo del 70%. Il sistema di raccolta “Porta a Porta” è al momento l’unico sistema in grado di poter raggiungere l’obiettivo prefissato – in base agli accordi bilaterali con l’Italia – del 70% di differenziazione in tempi brevi, così come si può evincere dal nostro rendiconto relativo al primo anno di attuazione del servizio”.

Tempi per attivare il PaP e tariffa puntuale La relazione dà conto anche dei tempi necessari per attivare il porta a porta nei Castelli non ancora serviti e della possibilità, da subito, di attivare la tariffa puntuale

“Questo sistema può essere di norma avviato in circa 90 giorni dalla data di aggiudicazione delle gare di appalto (tempo tecnico per l’approvvigionamento dei mezzi). Le nuove gare per l’estensione sulla restante parte del territorio, non servito dal Porta a Porta, sono già state esperite in data 4 Luglio 2019 ma, ad oggi, non è ancora avvenuta l’aggiudicazione”.

Quindi, la gara è stata già fatta a luglio, ma l’aggiudicazione non è ancora avvenuta. Perché? Tanto si parla, poi, di tariffa puntuale, che, stando alla relazione, Aass sarebbe già in grado di applicare.

“I bidoncini di raccolta attualmente utilizzati – spiega Ati nella relazione – contengono al loro interno un RFID che può essere letto da un software appositamente realizzato da una società composta da giovani sammarinesi, che mette AASS nelle condizioni di conoscere esattamente quanti scarichi vengono fatti da ogni singolo utente, quale tipo di rifiuto è stato raccolto ed in quali date. Ogni bidoncino contiene un codice univoco che al momento della consegna viene legato al numero del contatore elettrico, per cui AASS è già in grado di avere i dati necessari all’applicazione della tariffa puntuale, premiando i virtuosi e penalizzando chi non intende adeguarsi al nuovo sistema di differenziazione”.

La raccolta con cassonetti a Borgo, Domagnano Serravalle “L’esperienza ormai decennale nella raccolta stradale, di alcune delle aziende partecipanti alla nostra associazione temporanea di imprese e dalle risultanze in nostro possesso, già verificate da Aass e da Uoga, dimostrano – spiega la relazione Ati – che la percentuale di differenziazione raggiunta nelle aree attualmente servite dai cassonetti stradali (Serravalle, Borgo, Domagnano), nelle quali sono già presenti delle isole ecologiche composte da contenitori per la raccolta di carta, plastica, vetro, metallo, rifiuto indifferenziato, ed in buona parte già controllate da telecamere, è solo il 23,40%, mentre il 76,59% del totale del rifiuto raccolto viene inviato all’inceneritore. I dati dimostrano che la raccolta per mezzo delle isole ecologiche stradali, anche se “ intelligenti” e videosorvegliate, produce una differenziazione solo del 23,40%; lontanissima dall’obbiettivo del 70% anche se si intercettasse il 20% del rifiuto organico per il quale, come enunciato, è comunque prevista la raccolta “Porta a Porta” i cui costi andranno a sommarsi a quelli di gestione e raccolta delle isole ecologiche”.

I costi a confronto.Viene fatta anche una comparazione dei costi per la partenza e realizzazione a regime nei tre Castello, da un lato per la raccolta tramite cassonetti stradali e dall’altro tramite il porta a porta.

Il porta a porta costa circa 1,7  milioni in meno e consente, in proiezione, una differenziazione del 72,59% a fronte del 56,59 con cassonetti stradali. Per partire, secondo i conti di Ati, solo il costo dei cassonetti comporterà un “investimento ‘minimo’ di circa 1.680.800,00 euro a cui va sommato il costo delle telecamere di sorveglianza per coprire tutte le isole ecologiche ed il continuo costo di manutenzione relativo alle batterie necessarie ad alimentare la lettura del badge”.

Invece per i bidoncini del porta a porta, “costo iniziale contenitori calcolato su utenze Borgo- Domagnano-Serravalle al prezzo di acquisto praticato da Jcoplastic e Sartori Ambiente per i contenitori acquistati per l’avvio delle altre zone già servite dal PAP al netto del valore dei contenitori attualmente stoccati presso nostri magazzini e già pagati da Aass”, la spesa sarebbe di 378.378 euro. Il costo della raccolta, necessitando di più personale è invece di 1,8 milioni per il porta a porta a fronte di 630mila euro per i contenitori stradali. A conti fatti, comunque (vedi tabella sotto), la relazione depone nettamente a favore del porta a porta che avrebbe un costo annuo di 2.132.261,51 euro, a fronte dei costi per le isole ecologiche di 3.843.613,00 euro.

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