San Marino. Previdenza svedese truffata, soldi sul Titano

San Marino. Previdenza svedese truffata, soldi sul Titano

Truffa milionaria ai danni della previdenza svedese, soldi sul Titano

Accusati di riciclaggio Un italiano residente a Malta e una imprenditrice scandinava Oltre 1,4 milioni di euro sotto sequestro

Antonio Fabbri  

Truffa milionaria ai danni dell’istituto di previdenza svedese e soldi riciclati sul Titano, un italiano e una svedese finiscono a giudizio. I fatti sono recenti e vedono operazioni milionarie che hanno visto denaro versato su conti correnti di BancaCis, intestati ad una società svedese, le cui operazioni sono state poi bloccate dalla stessa banca che, evidentemente fece partire la segnalazione all’Agenzia di Informazione finanziaria che, rilevate le anomalie ha trasmesso gli atti alla magistratura. Secondo le ricostruzioni dell’inquirente Antonella Volpinari, i due imputati, Michele Furlan, un 35enne originario di Trieste ma residente a Malta e Sara Louise Heléne Johansen Gergeo, 36enne svedese, per ostacolare l’origine illecita dei fondi hanno occultato su un conto corrente presso BancaCis denaro ritenuto frutto di reati tra i quali una truffa milionaria ai danni della previdenza svedese, appunto, oltre che frutto di ulteriori reati di riciclaggio. 

Il denaro venne trasferito a luglio del 2017 da Michele Furlan che era procuratore speciale della società svedese Gergeo Invest Ab, che già nel nome indica che il titolare effettivo e legale rappresentante della società era Heléne Gergeo la quale aveva appunto conferito la procura al Furlan. Questi ha aperto quattro conti correnti intestati alla società e, su uno di questi, ha versato tramite una serie di bonifici, complessivi 1.450.000 euro. In seguito, i primi di agosto del 2017, la stessa Gergeo ordinò il trasferimento di 700mila euro, attraverso l’esecuzione di due bonifici da 350mila euro ciascuno, ad una società degli Emirati Arabi Uniti.

L’operazione, però, non venne eseguita dall’istituto di credito che riscontrò delle anomalie nella documentazione fornita. Scattarono quindi le verifiche dell’Aif, la segnalazione all’Autorità giudiziaria che il 10 novembre del 2017 ha disposto il sequestro degli oltre 1,4 milioni presenti sul conto incriminato. In seguito all’indagine giudiziaria è scattato il rinvio a giudizio che porterà al processo fissato per il prossimo 23 settembre

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