Corriere Romagna San Marino: Udienza al calor bianco / Biagioli “inchiodato” dal super teste e la difesa se ne va: «Troppe anomalie» / Il vice brigadiere in aula: «Il comandante mi disse “Devo salvare un amico”. Lascia l’avvocato Luca Biagioli: «Processo compromesso»
SAN MARINO. Colpi di scena al processo
Biagioli, dentro e fuori l’aula giudiziaria: il teste oculare Marino Paoloni “inchioda” gli imputati eccellenti, l’ex comandante della gendarmeria Marcello Biagioli e suo figlio Carlo, accusati di aver falsificato un foglio
di serviziolegittimità costituzionale sollevata ieri mattina in aula: a dire della difesa, visto che è ancora pendente l’ultima ricusazione allo stesso giudice Felici, e che sono attualmente sospesi i termini della prescrizione, il dibattimento non può essere celebrato. Contrari sia la pubblica accusa – il procuratore del fisco – sia l’avvocato di parte civile (che rappresenta i due gendarmi Graziano Valli e Sauro Volpinari originari firmatari del verbale sul quale sarebbe stata poi aggiunta la falsificazione). Il processo prosegue, dunque: la richiesta è respinta. Tocca quindi al teste chiave, vice brigadiere ora in pensione che, confermando quanto dichiarato in istruttoria, ribadisce di aver visto Carlo Biagioli, noto avvocato e figlio del colonnello, scrivere l’annotazione sul famigerato verbale sotto dettatura del padre. «Lo aveva chiesto anche a me – ha precisato Paoloni – ma io ho rifiutato». Il colonnello, stando al ricordo del teste, «disse che “doveva salvare un amico che era stato incastrato”».
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stampa dei Biagioli, Agenzia Dire Torre1
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