San Marino. Processo civile troppo lungo

San Marino. Processo civile troppo lungo

Processo civile troppo lungo, lo Stato si accorda per pagare il danno

Antonio Fabbri

Nel periodo dell’ostruzionismo sulla presa d’atto della nomina dei nuovi Giudici di Appello ci fu persino chi ebbe l’ardire di sostenere che non c’era poi tutta questa urgenza per le nomine e che i problemi di ritardi nel settore civile erano relativi. Posizione che appare smentita dai fatti, come attesta la decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (terza sezione), riunitasi il 12 maggio 2020, pubblicata in questi giorni. La decisione riguarda il caso di Eva Zanotti, che vedeva pendente una causa civile, risalente al 2012, già decisa in primo grado e in attesa dell’appello. Al di là del merito, che pare riguardasse una questione di confini contesi, quello che è arrivato a Strasburgo, è il problema della lungaggine dei processi civili. 

Ora, considerato che quello della signora Zanotti non era neanche uno dei più datati – c’è chi attende una sentenza definitiva da oltre 14 anni – non è da escludere che questo caso possa fare da apripista per parecchie richieste di risarcimento. Comunque nel caso specifico, la donna, attraverso l’avvocato Marino Federico Fattori, si è rivolta a Strasburgo. Un ricorso che contestava l’irragionevole ritardo nel decidere le sue rivendicazioni civili ed era probabilmente avviato verso l’accoglimento. Tanto che il 24 ottobre 2019 e il 26 novembre 2019 la Corte di Strasburgo ha ricevuto dichiarazioni dalle parti – la ricorrente e lo Stato rappresentato dall’avvocato Lucio Daniele – per una transazione amichevole.

In queste dichiarazioni la richiedente ha accettato di rinunciare a qualsiasi ulteriore pretesa nei confronti dello stato San Marino in merito ai fatti che hanno dato origine a questa domanda, contro l’impegno del governo a pagare la somma di 14.000 euro per coprire ogni e qualsiasi danno patrimoniale e non patrimoniale, così come i costi e le spese, entro tre mesi senza interessi. In caso di mancato pagamento di tale somma nei tre mesi, il governo si è impegnato a corrispondere un interesse sulla somma, dalla scadenza di tale periodo fino al saldo, ad un tasso pari al tasso di prestito marginale della Banca Centrale Europea più tre punti percentuali.

Il pagamento costituirà la risoluzione finale del caso. La corte ha quindi preso atto dell’accordo, chiudendo il caso. 

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