RASSEGNA STAMPA
“La campagna elettorale è nel pieno del suo svolgimento e le promesse di magnifiche sorti e progressive per il futuro del Paese nel percorso di integrazione con l’Unione Europea si sprecano sui giornali, sui social, durante gli aperitivi pre-elettorali”. Esordiscono così gli ex correntisti Cis, che non le mandano certo a dire. “Agli ex correntisti CIS – incolpevoli vittime di un dissesto figlio di oscuri accordi e legami tra banca vigilata e coloro che allora avrebbero dovuto vigilare – prima delle promesse interessa ribadire le premesse. Ci era stato promesso la restituzione dei nostri risparmi in tempi relativamente congrui attraverso la liquidazione di obbligazioni garantite dallo Stato aventi scadenza al luglio 2022, luglio 2024 e luglio 2026. Tempistiche analoghe a quelle con cui sono stati rimborsati i risparmiatori vittime di precedenti dissesti bancari e che erano state puntualmente rispettate. Noi ci siamo ritrovati con Titoli di Stato aventi scadenza, rispettivamente, al 2032, 2037, 2042. Gli ex correntisti CIS, per evitare i buchi di bilancio che avrebbe comportato la liquidazione delle obbligazioni secondo i termini pattuiti, sono stati costretti a farsi portatori di ‘credito pubblico’ a lunghissima scadenza. Su queste premesse ci siamo trovati costretti ad agire contro provvedimenti normativi che ritenevamo ingiusti e ‘punitivi’ nei confronti delle uniche vittime inconsapevoli di quanto avvenuto alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo che ha aperto l’istruttoria e sta valutando la vicenda” (…)
Articolo tratto da La Serenissima