Libero: Rivelazioni su Tangentopoli, il Pci .. / “Prodi cercò di regalare la Sme all’ingegnere” / L’ex leader del Pli Altissimo racconta; gli americani offrivano 3.500 miliardi ma il Prof la cedette a De Benedetti per 497
LE TANGENTI AL PCI
Parte dai ricordi personali, di imprenditore nell’azienda di famiglia, che produceva fanali per automobili. Cercava da anni, invano, contatti con la jugoslava Zastava. Finché compare il «ragionier Bianchi», che «pose subito in chiaro le cose. Se volevamo lavorare con quella azienda c’era solo un modo: il 3% delle commesse andava versato su un conto svizzero intestato ad alcune persone che avrei dovuto incontrare in Jugoslavia; il 2% andava alla società del ragionier Bianchi e un altro 5% su un altro conto, pure questo in Svizzera, di pertinenza del partito». Cioè, «mi disse candidamente: Partito comunista italiano». Funzionava così: «su tutto quanto veniva intermediato tra l’Italia e i Paesi ex sovietici c’era da accantonare una quota per il Pci. E siccome parliamo di Paesi ricchi di materie prime, a cominciare da gas ed energia, è chiaro che di soldi dovevano arrivarne tanti». E non solo da Mosca. Nessuno, tranne il giudice Carlo Nordio, ha indagato sull’argomento. Chi ci ha provato, ha fatto una brutta fine. Torna così a galla anche la circostanza secondo cui Giovanni Falcone, prima di essere ucciso, stesse collaborando con il procuratore generale di Mosca, Valentin Stepankov, sui fondi del Kgb, il servizio segreto sovietico. Di certo, dopo la strage di Capaci del 1992, nessuno seguì più la pista che conduceva agli impenetrabili depositi bancari di San Marino. (…)
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