San Marino. Quattro condanne, ‘raid punitivo’ nel ristorante

San Marino. Quattro condanne, ‘raid punitivo’ nel ristorante

L’Informazione di San Marino 

“Raid punitivo” nel ristorante: quattro condanne 

Gli imputati pretendevano la restituzione non dovuta di un presunto credito e avevano preso a calci e pugni il titolare del locale

Antonio Fabbri

Avevano aggredito con calci e pugni Marino Berardi, pretendendo da lui una somma di 20mila euro che avevano versa- to per acquistare la licenza del ristorante Miramonti. Somma che, secondo gli aggressori, doveva essere restituita, ma in realtà non dovuta. La vendita di licenza non si era mai perfezionata facendo ricadere gli oneri e il pagamento dei fornitori sul precedente proprietario che, quindi, aveva trattenuto la somma che, secondo le pretese dei quattro, doveva essere restituita a Nicola Esposito, il quale, però, pur avendo fatto causa aveva visto il tribunale dargli torto. Così il 19 settembre del 2013 Esposito, 57enne residente a Ravenna, Luciano De Luca, 48enne pure lui di Ravenna, Gjon Tanushi, 39enne albanese residente a Forlì, e Ioan Viloi Marcel, 31enne rumeno, si erano presentati al ristorante “La Vecchia Fonte”, dove nel frattempo Berardi aveva trasferito la sua attività. Qui, pretendendo il denaro, lo avevano aggredito, percuotendo anche il figlio che era intervenuto in difesa del padre. Berardi per le lesioni riportate era finito in ospedale con una prognosi di 15 giorni. Rinviati a giudizio, i quattro ieri sono stati chiamati a rispondere di estorsione mancata, percosse e lesioni personali. In apertura di udienza il Procuratore del Fisco ha chiesto la derubricazione del reato di estorsione a ragion fattasi, chie- dendo tuttavia di estendere il reato contestato di lesioni a tutti e quattro gli imputati. Una modifica del capo di imputazione accolta dal giudice 

La parte civile L’avvocato Rossano Fabbri, difensore delle parti lese, ha parlato di “aggressione brutale per vantare crediti non provati. Abbiamo sentito dire che si erano presentati per mangiare, ma non è vero, considerato che erano le 18 del pomeriggio. Sono andati lì per ottenere quello che le vie giudiziali non avevano loro concesso. Lascia sgomenti – ha aggiunto – che anche in San Marino, Paese non abituato a questi raid punitivi, più vicini a tipologie di aggressione brutali e addirittura malavitose. Non si può che rilevare la pericolosità dei quattro imputati che si è tradotta nel raid di quel giorno, nelle violenze e nell’aggressione subita. Ritengo che i fatti siano ampiamento provati così come riformulati dalla procura fiscale. Quindi chiedo la condanna al risarcimento del danno con una provvisionale di 20mila euro per le violenze subite da Marino Berardi e 1000 euro a favore di Marco Berardi per le percosse”.

La procura fiscale Il procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha ricostruito a sua volta i fatti ritenendo non credibili le versioni rese dagli imputati. “Il fatto che si ritenga di non poter qualificare l’episodio come estorsione, non toglie nulla alla gravità dei fatti. Tuttavia il reato di ragion fattasi risulta prescritto come quello di percosse. Non così per le lesioni”, ha detto il Procuratore del fisco che ha quindi chiesto la prescrizione per due delle tre imputazioni e la condanna per le lesioni a un anno di prigionia per i quattro imputati, con la possibilità di concedere i benefici di legge, salvo nel caso Tanushi, che ha precedenti penali per reati contro il patrimonio, droga e porto di armi oltre ad un precedente recente per ricettazione.

La difesa L’avvocato del foro di Rimini, Roberto Luceri, difensore dei due stranieri, ha preferito dal canto suo parlare di un alterco. “I miei assistiti sono intervenuti in un secondo momento e non hanno avuto quindi piena contezza di quanto stava succedendo. Hanno sentito una frase ‘non diamo da mangiare ai cani’ e credo sia più plausibile ritenere che tutto è nato da un malinteso”. Di qui la richiesta del difensore di assoluzione o prescrizione per primi due capi di imputazione e l’assoluzione dalla contestazione di lesioni. “Si è trattato in realtà di una colluttazione reciproca”, ha detto il legale.

Di colluttazione ha parlato anche l’avvocato Gian Luca Micheloni, “ma i fatti sono andati più o meno in questo modo: i due italiani parlano con Berardi e chiedono la restituzione di un credito pregresso. In questo momento è volata qualche parola di troppo da entrambe le parti e sono arrivati altri due che si sono sentiti offesi essendo stranieri”. Anche per l’avvocato Micheloni, dunque, si è trattato di un alterco poi degenerato. Di qui la richiesta della pena nel minimo “per avere agito per motivi morali”.

La sentenza Il giudice Roberto Battaglino, dopo la camera di consiglio, ha emesso il verdetto accogliendo di fatto tutte le richieste del Procuratore del fisco. I quattro sono stati così condannati a un anno di prigionia per le lesioni, mentre sono stati dichiarati prescritti gli altri capi di imputazione. Concessa la sospensione della pena per i tre imputati incensurati. Stabilita la condanna anche al risarcimento del danno da quantificare in sede civile. Fissata una provvisionale di 10mila euro a favore di Marino Berardi. 

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