San Marino. Quelle armi alla malavita pugliese. Corriere Romagna San Marino

San Marino. Quelle armi alla malavita pugliese. Corriere Romagna San Marino

Corriere Romagna San Marino: Indagini serrate a Bari sugli uomini della Sacra corona unita incaricati di rifornire i clan di munizioni. Due gli arrestati ad Andria / Dal Titano le armi alla malavita pugliese / Si indaga sui commercianti che facevano recapitare interi scatoloni di merce al sud

L’arsenale. Fucili anche con matricola abrasa mirini di precisione, mitragliatrici silenziatori e munizioni

I primi arresti, ad Andria, condotti dalla squadra mobile di Bari risalgono ad aprile scorso: in una villa, di proprietà di uno dei due arrestati (per detenzione abusiva di armi, munizioni e sostanze esplodenti), i poliziotti trovarono un vero e proprio arsenale. Fucili alcuni dei quali con matricola abrasa, munizioni, mirini di precisione, mitragliatrici, silenziatori. E poi, una marea di false certificazioni: eccolo il lasciapassare usato per eludere i controlli della gendarmeria. Si trattava di finte attestazioni di questure italiane, che l’acquirente consegnava al negoziante per richiedere l’autorizzazione dell’acquisto. Un giochetto che ha funzionato circa un paio di centinaia di volte: tante le armi che sembrano uscite dal Titano, dirette alla malavita pugliese. Assieme alle certificazioni finte, trovati anche numerosi fogli A4, fotocopie di libretti personali per licenza di porto di fucile a uso sportivo, altri fogli in bianco, altri con le foto segnaletiche di persone di sesso maschile. Insomma, tutta la documentazione necessaria all’acquisto sul Titano. Non appena il tribunale dei Tavolucci ha attivato l’inchiesta (ottobre del 2010), il commissario della legge ha inviato una rogatoria a Bari: la richiesta di collaborazione giudiziaria ha quindi scaturito l’apertura di un fascicolo autonomo in Puglia, in mano alla procura del capoluogo di regione. Anche lì l’indagine è aperta: stanno proseguendo operazioni di polizia giudiziaria anche negli ultimi giorni. Agli inquirenti baresi, è stata la gendarmeria sammarinese a produrre parte della certificazione finta ritrovata – specie i timbri delle questure -, e usata appunto per gli acquisti.



Accadde oggi, pillola di storia

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