San Marino rappresentato in Libia da un ambasciatore, Luca Mantovani. Voto di scambio per il consolato?

San Marino rappresentato in Libia da un ambasciatore, Luca Mantovani. Voto di scambio per il consolato?

Bufera sulla nomina del console di San Marino in Libia. Ipotesi voto di scambio come riferisce Monica Raschi di Il Resto del Carlino.  La Repubblica di San Marino in effetti aveva nominato  (Commissione Esteri,  16 luglio 2013, delibera Congresso di Stato del 9 solo un ambasciatore (non residente) nella persona di  Luca Mantovani. 

Titolo:  In un video ripresa la trattativa tra alcuni politici /  «Sono in grado di portare cento voti, ma voglio il posto di console in Libia»

«Sono in grado di portare cento voti, non voglio soldi ma devi darmi
assolutamente quel posto da console in Libia». La trattativa sullo
scambio di voti elettorali è stata ripresa in un video e già trasmessa
on line da un sito sammarinese. Le voci che si sentono sono cinque,
nessun viso: chi ha ripreso la conversazione lo ha fatto di nascosto
filmando solo i piedi dei protagonisti, ma la nitidezza delle parole non
lascia spazio all’immaginazione. «Non sapevo che eri suo nipote
afferma un uomo dal forte accento veneto l’ho saputo solo quando siamo
andati dall’avvocato. Con il tuo babbo c’è molta amicizia. Io posso
contare su cento voti, so che si possono mettere tre nomi» «Tre
preferenze», viene corretto da uno degli interlocutori. «Ma io chiedo
qualcosa di molto importante, non chiedo soldi stai tranquillo»,
continua il veneto. «Per chiedere, se ci sono», prosegue l’altro».
«Voglio il consolato per la Libia, non c’è più Bacciocchi» A questo
punto c’è un po’ di confusione: viene fatto il punto di chi è il console
libico. «Ce l’aveva Lucio Amati, a Luca (Bruscoli) è stato revocato,
non ha più niente spiega il ben informato veneto . A me serve quello:
posso portare anche più di cento voti». «Abbiamo bisogno di sapere a chi
vengono dati i biglietti», interviene una terza persona. «La famiglia
della mia compagna, poi ce ne sono altri a Fiorentino, poi ci sono i
romani: con sole tre famiglie siamo a più di trenta voti dichiara il
veneto se glielo dico io danno il voto ovunque. Allora siamo d’accordo?
Come faccio a sapere che lo siamo?». Il veneto vuole qualche
rassicurazione sull’esito della sua offerta. «Ce lo siamo detti in
faccia», conclude la voce del principale protagonista della trattativa.
«Ci penso io», giunge un’altra voce a rassicurare.
  (…)

Palazzo Begni


 

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy