San Marino. Re Nero, ascoltate ieri le parti civili vittime di usura

San Marino. Re Nero, ascoltate ieri le parti civili vittime di usura

L’Informazione di San Marino

 “Re Nero”, il processo a Forlì procede spedito 

Ascoltate ieri le parti civili vittime di usura, reato presupposto di una delle imputazioni di riciclaggio contestate

Antonio Fabbri

Nuova udienza, ieri, presso il tribunale di Forlì, per la vicenda “Re Nero” che vede imputati, tra gli altri, gli ex vertici di Asset Banca. L’udienza di ieri è andata avanti spedita anche perché l’accusa, sostenuta dal Pubblico ministero Filippo Santangelo, ha proceduto con l’esame dei propri testimoni – ne erano previsti una ventina – e, per la maggior parte di questi, in accordo con le difese, sono stati acquisiti agli atti del processo le dichiarazioni già rese nella fase delle indagini dai testimoni citati. Nella prossima udienza fissata per l’8 novembre, dunque, si procederà con l’audizione degli ultimi testimoni dell’accusa e l’inizio dell’esame degli imputati.

Nel frattempo i legali valuteranno se dare l’assenso alla rinuncia degli altri testimoni di accusa che il Pm ha già dichiarato non essere più necessario esaminare. Entro fine ottobre i difensori degli imputati comunicheranno se i loro assistiti si rendono disponibili a sottoporsi all’esame.

L’accusa di riciclaggio dei soldi frutto di usura Nell’udienza di ieri si è proceduto anche all’esame di due persone vittime di usura, costituite parti civili e patrocinate dall’avvocato Benedetta Berselli.

La contestazione di riciclaggio imputata ad Asset Banca nella persona dei legali rappresentanti di allora, il presidente Stefano Ercolani e il direttore Barbara Tabarrini, è quella al capo “w” del rinvio a giudizio. 

Secondo l’accusa Asset cambiò immediatamente in contanti degli assegni a fronte della presentazione dei titoli da parte di Gaudenzio Bagnolini. Una sostituzione del titolo in contanti che secondo l’accusa servì ad ostacolare la ricostruzione della provenienza delittuosa degli assegni post datati, configurando così il riciclaggio delle somme di provenienza illecita. Assegni per decine di migliaia di euro che, appunto, erano mezzo e provento del reato di usura, che in altro procedimento ha già visto il patteggiamento da parte dei responsabili. L’usura è dunque, secondo l’accusa, il reato presupposto del contestato riciclaggio ad Asset. 

Le due vittime sentite ieri, gli imprenditori Stefano Sghinolfi e Riccardo Lombardi, hanno in sostanza confermato e ribadito quanto già avevano denunciato nel 2006 e che oggi li vede parti lese nel processo. Prossima udienza l’8 novembre, dunque, nella quale è prevista anche l’audizione dei primi imputati che vogliano sottoporsi all’esame. Plausibile, a questo punto, che entro il 2018, salvo colpi di scena, si giunga alle conclusioni del primo grado del caso “Re Nero”.

 

 

 

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