In serata, è tornata a riunirsi la III Commissione Consiliare Permanente per l’esame del Comma “Comunicazioni”. Come riportato dal report di Askanews, il confronto è stato aperto da Nicola Renzi (Repubblica Futura): “È uscita una sentenza storica che riguarda Cassa di Risparmio.
Pensarci fa venire i brividi. […] Oggi dobbiamo forse dire grazie e scusa ad alcune persone – senza distinzioni – che hanno pagato a caro prezzo quella vicenda, servendo il Paese”. Duro l’attacco nei confronti del Governo e del Segretario Gatti. “È stato emesso, così, con leggerezza, un altro provvedimento da 50-60 milioni di debito pubblico. Questo non è possibile. Non è possibile nel senso che un minimo di comunicazione credo sia il minimo sindacale, se vogliamo condividere visione e responsabilità. Il Governo sta dimostrando – ed è sempre più visibile – che c’è un uomo solo al comando. Il Segretario di Stato Gatti se ne frega: fa quello che vuole, perché lui è lui e noi siamo qui come comparse”. Sulla riforma IGR: “Le bozze e le proposte girano, le conoscono tutti. […] Noi, dell’opposizione, non sappiamo nulla. Sarebbe il caso di fare un bagno di realtà. Questo riguarda tutti noi. Non solo chi è al Governo: riguarda il Paese intero”.
Critiche nei confronti del Segretario di Stato Marco Gatti sono arrivate anche da Emanuele Santi (Rete) che ha parlato a sua volta “di un uomo solo al comando”. “Ora credo – ha aggiunto, soffermandosi sul tema del bilancio – che ci sia stata una presa d’atto che mancano alcune decine di milioni di euro. Li andremo a prendere con l’IGR. Poi vedremo da chi: ma, da quello che ho capito, saranno sempre i soliti noti a pagare”. Sulla vicenda Delta: “Io credo che ora sia il momento di fare squadra, e cercare di recuperare il più possibile da ciò che ci è stato tolto. Bisogna mettere in campo tutte – e mi aspettavo che oggi qualcuno ce lo dicesse – tutte le iniziative per capire come sistemare o incassare certe partite”. E infine: “Veniamo a sapere da una notizia di stampa che c’è una compagnia assicurativa, con sede a San Marino, che è stata dichiarata insolvente. Non ricordo se sia lussemburghese o altro. Non so se sia stata ritirata l’autorizzazione, ma veniamo a sapere che c’è un soggetto vigilato, una compagnia di assicurazioni con sede a San Marino, che risulta insolvente”.
Iro Belluzzi (Libera) ha rilanciato il tema della responsabilità collettiva e dell’autocritica: “Esprimo una grande soddisfazione e una profonda vicinanza morale a tutti coloro che vennero colpiti dagli arresti, dalla sofferenza, dal pubblico ludibrio”. Ha parlato del ruolo strategico dell’accordo con l’UE: “Ritorniamo quindi al punto: anche l’accordo di associazione con l’Unione Europea passa attraverso la medesima richiesta, ovvero una condivisione delle attività di vigilanza tra Banca d’Italia e Banca Centrale della Repubblica di San Marino”. Infine, ha sottolineato: “Serve fare fronte comune per avere una possibilità in più. Alcune decisioni debbono essere valutate con la massima attenzione. E soprattutto, si devono evitare percorsi potenzialmente dannosi”.
“Non può esistere una maggioranza completamente silente, priva di qualsiasi voce critica. […] Se il Segretario Gatti continua a operare con una modalità totalmente autoreferenziale, non possiamo più tollerare che tutto ciò avvenga nel silenzio generale” ha detto Sara Conti (RF). “Si continua a utilizzare il debito per coprire la spesa corrente, senza nessuna pianificazione strutturale. […] E nessuno dice nulla. Ma vi state accorgendo anche voi che c’è qualcosa che non funziona in questo sistema?” ha aggiunto. Infine, sull’atteggiamento del Segretario: “Sembra davvero che Gatti voglia evitare questa Commissione”.
Secondo Gaetano Troina (D-ML) “non è accettabile che non sia presente neanche un Segretario di Stato in questo comma comunicazioni, viste le tematiche rilevanti che stiamo trattando, le quali necessitano di essere sviscerate e approfondite”. “Sulla riforma IGR – ha aggiunto – stanno circolando tabelle, dati, simulazioni. Mi sento di dire questo: forse, prima ancora di procedere con la riforma IGR, sarebbe necessario chiudere il tema dell’ICEE. Perché altrimenti andiamo a intervenire sui redditi delle persone senza aver ancora definito, né reso operativo, uno strumento che renda effettivi e verificabili i redditi stessi. Si andrà a colpire sempre e solo la classe media, che ha già dato. Ai più poveri si toglierà anche il poco che è rimasto. E, come sempre, vince chi non dichiara nulla. Su questo punto faccio un richiamo serio: serve che i due progetti siano consequenziali, ICEE e IGR. Sul sistema bancario aggiungo poco”. “Perché questo Governo ha difficoltà a condividere le questioni con l’opposizione? Se si continua a lavorare così – in silenzio, senza confronto – su riforme importanti, non si può che ottenere ostilità” ha concluso.
Luca Gasperoni (PDCS) ha difeso l’operato del Governo. “Mi fa strano che si cada dalle nuvole. […] A dicembre, durante la finanziaria, abbiamo approvato una delega – votata da tutti – che autorizzava il Congresso di Stato a emettere debito. […] Le finalità erano scritte chiaramente.”. Quanto alla riforma IGR, essa è “scritta nel programma di Governo, quindi era evidente che, prima o poi, si sarebbe fatta. Detto questo, condivisione ci deve essere, e anche noi riteniamo che debba esserci una riduzione della spesa corrente. ICEE ha già avuto la prima lettura ed è atteso in Commissione; IGR deve ancora fare la sua prima lettura. Quindi, sinceramente, non ci vedo nulla di anomalo”. “Quella compagnia di assicurazione – ha aggiunto, riferendosi al caso sollevato dal consigliere Santi – era inserita nel registro di Banca Centrale semplicemente per poter vendere i suoi prodotti finanziari a San Marino. Per fare questo è necessaria un’autorizzazione. Ma da quanto mi risulta, non aveva sede a San Marino, e non era una compagnia sammarinese”. Infine, sul sistema bancario: “Se ne è parlato tanto – forse troppo, anche qui dentro. Stiamo parlando del mondo finanziario. E quello che si dice alla stampa o ai microfoni ha un impatto, può generare reazioni positive o negative. Quindi, più che portare qui dentro le chiacchiere da bar, sarebbe corretto chiedere chiarimenti ai diretti interessati”.
Di seguito una sintesi dei lavori
Comma 1 – comunicazioni
Nicola Renzi (RF): Primo punto. È uscita una sentenza storica per noi che riguarda Cassa di Risparmio. Pensarci fa venire i brividi, la pelle d’oca. Pensare a ciò che è stato sottratto al nostro Paese, alla sofferenza immane che tante persone hanno dovuto affrontare. Sono stati anni durissimi, difficilissimi, anni nei quali qualcuno è stato anche lasciato solo e messo ai margini. Queste sono cose inaccettabili. Ci tengo a dirlo. Si capirà bene che, in parte, sono stato anche toccato personalmente da questa questione. Credo però che il Paese sia riuscito, nel tempo, a dare prova di sé, dopo uno sbandamento iniziale. Nella passata legislatura, con un ordine del giorno condiviso da tutti, si è intrapreso un percorso di presa di consapevolezza. E quindi sarà bene sapere cosa ha fatto il Governo sulla base di quell’ordine del giorno e cosa intende fare da oggi in avanti. Perché, francamente, ascoltando le dichiarazioni del Congresso di Stato, io oggi non ho capito cosa intenda fare il Governo. È chiaro che la vicenda di Cassa di Risparmio si innesta, proprio in queste tempistiche, su un altro processo che abbiamo aperto, ed è quello del cosiddetto Clarifying Addendum e dell’accordo di associazione all’Unione Europea. Oggi San Marino ha tutte le possibilità per giocare al meglio le sue carte, anche con dei punti di rivendicazione. È stata scientemente distrutta, purtroppo, un’azienda per il credito al consumo che era diventata in poco tempo tra le principali in Italia, non a San Marino. Non è qui il caso di aprire il discorso se fosse opportuno o meno investire tutte quelle risorse in un unico progetto: questo lo dirà la storia. Oggi però dobbiamo forse dire “grazie” e “scusa” ad alcune persone – senza distinzioni – che hanno pagato a caro prezzo quella vicenda, servendo il Paese in quelle circostanze. Credo dobbiamo fare uno sforzo tutti quanti per mettere da parte le rivendicazioni di un passato più o meno nobile, più o meno pulito, per cercare invece di dare un mandato pieno al Governo per difendere gli interessi della Repubblica di San Marino e di Cassa di Risparmio. Vengo ora all’altra parte. Una persona guarda i decreti emessi e si rende conto che è stato emesso, così, con leggerezza, un altro provvedimento da 50-60 milioni di debito pubblico. Ed è vero che, in base ai desiderata del Segretario Gatti, si è dato mano libera al Governo: il Governo può emettere quello che gli pare, ormai. Quindi se domani uno si sveglia e decide di indebitare il Paese per 2 o 3 miliardi, noi lo veniamo a sapere dal decreto emesso. Ecco, questo non è possibile. Non è possibile nel senso che un minimo di comunicazione credo sia il minimo sindacale, se vogliamo condividere visione e responsabilità. Comunque, il Governo sta dimostrando – ed è sempre più visibile – che c’è un uomo solo al comando: gestisce i conti pubblici, le imposte, le tasse, il sistema bancario, tutto il resto. Se a voi va bene così, siete voi la maggioranza. A me, che sono all’opposizione, non va bene. E francamente, non mi andrebbe bene neanche se fossi in maggioranza. Debito pubblico: altri 50-60 milioni. Cassa di Risparmio: sono stati nominati nuovi membri nel CDA. Noi avevamo mandato una lettera per chiedere un confronto sul tema, e non abbiamo ricevuto neanche una risposta. Abbiamo scoperto dai giornali che sono stati nominati altri membri. Riforma IGR: Gatti smentisce, ma sappiamo bene che le bozze e le proposte girano, le conoscono tutti. Le conoscono i sindacati, le associazioni di categoria… spero almeno che le conoscano anche i consiglieri di maggioranza, che poi saranno chiamati a votarla. Noi, dell’opposizione, non sappiamo nulla. Conti pubblici: non abbiamo più avuto alcuna informativa in quest’Aula. Non si è mai venuti a discutere della riforma IGR, delle sue linee d’azione. Non sappiamo come stiano andando i conti pubblici, cosa stia succedendo. Sono usciti alcuni articoli allarmistici: se non si fa la riforma IGR, salta tutto per aria. Vedremo come sarà la missione a Roma con Banca Centrale per spiegare la situazione alla commissione italiana competente. A questo punto non vi chiediamo neanche più di portarci con voi. Vi chiediamo solo di informarci quando andate. E qui la differenza si vede. Il Segretario Beccari, pur criticato, si sforza almeno di convocare le commissioni esteri e di rispettare gli ordini del giorno. Gatti se ne frega: fa quello che vuole, perché lui è lui e noi siamo qui come comparse. Clarifying Addendum: speriamo che ci siano i termini per confrontarci. Su Cassa di Risparmio, sappiamo bene a cosa serve il debito: serve per metterci dentro altri 50-60 milioni. Abbiamo chiesto al Governo di confrontarci per capire qual è la sua visione del sistema bancario da qui a 5 anni, con le varie ipotesi: si fa o non si fa l’accordo di associazione? Cosa contiene o non contiene il Clarifying Addendum? Questo è un discorso di prospettiva, altrimenti non andiamo da nessuna parte. Restiamo qui a guardare se il CDA è completo o no, mentre il sistema bancario continua ad andare avanti così, chiedendoci iniezioni di liquidità. E io non credo che questo sia sostenibile nell’interesse dei cittadini sammarinesi. La cartolarizzazione: crediamo che sarà necessario approfondirla, e ringraziamo il Presidente che ha già detto che lo faremo. Se si ha voglia di fare sistema, noi lo abbiamo detto: siamo pronti. Oggi abbiamo fatto un comunicato in cui annunciamo che presenteremo un ordine del giorno su Cassa di Risparmio. Ma se lo presenta la maggioranza, siamo prontissimi a confluire sul vostro: l’importante è fare sistema. Sulle altre cose, però, bisogna fare sistema davvero. Sono sei anni che sentiamo dire: “Va tutto bene, va tutto bene, va tutto benissimo”. Però poi si arriva alla riforma IGR, e allora forse tutto così bene non va. Sarebbe il caso di fare un bagno di realtà. Perché questo riguarda tutti noi. Non solo chi è al Governo: riguarda il Paese intero. E bisogna iniziare a confrontarsi sul serio, nel rispetto dei ruoli che abbiamo.
Emanuele Santi (Rete): Grazie, Presidente. Ma visto l’importanza delle tematiche da affrontare, mi aspettavo che questa sera almeno un Segretario di Stato fosse presente, anche per rispondere ad alcune domande. Il collega Renzi diceva: “un uomo solo al comando”. Sì, un uomo solo al comando: Marco Gatti. Che, insomma, in questi ultimi mesi – se non anni – sta portando avanti le politiche finanziarie ed economiche. E mi sembra che non lo faccia con l’opposizione, e va bene, ma non lo fa neanche con la maggioranza. Io chiedo a voi: Marco Gatti condivide con i consiglieri di maggioranza quello che sta facendo? Da parte nostra non abbiamo pretese, però è chiaro che, se veniamo a sapere che verrà fatta una riforma IGR, che ci sono già le bozze e le linee guida, e l’opposizione non sa nulla, siamo ben curiosi di capire. Ma abbiamo anche capito qual è la musica: il motivetto è che “i conti sono in ordine, va tutto bene”. Ma non è proprio così. Ora credo che ci sia stata una presa d’atto che mancano alcune decine di milioni di euro. Li andremo a prendere con l’IGR. Poi vedremo da chi: ma, da quello che ho capito, saranno sempre i soliti noti a pagare. Le bugie hanno le gambe corte. Anche perché io ero nella maggioranza che per sei anni si è sentita dire che non era necessario l’accordo con il memorandum d’intesa con Banca d’Italia, perché sarebbe stato “bypassato” con un accordo di vigilanza con la BCE. E oggi ci troviamo che l’Italia ci imporrà – perché ce lo imporrà – di sottoscrivere un addendum. Non si può continuare a mentire all’aula e, soprattutto, a non presentarsi in questi consessi. Sono tre mesi che non ci riuniamo. C’è una notizia dirompente per il nostro Paese: l’archiviazione della vicenda Delta. Il caso Varano è chiuso. Questa archiviazione può aprire a possibili – non dico risarcimenti – ma partite importanti. E vi dico anche quali sono: le sanzioni pagate all’Agenzia delle Entrate per 40 milioni nel 2008 e tutti i crediti fiscali, i cosiddetti tax asset, che sono oltre 200 milioni, forse anche 300. Questi erano fermi proprio in attesa della chiusura del processo. E questi sono soldi di Delta, ma indirettamente anche di Cassa di Risparmio. Io credo che ora sia il momento di fare squadra, e cercare di recuperare il più possibile da ciò che ci è stato tolto. Abbiamo perso 1 miliardo e 300 milioni di euro con la questione Delta. L’equivalente del nostro debito pubblico è lì. Quindi bisogna mettere in campo tutte – e mi aspettavo che oggi qualcuno ce lo dicesse – tutte le iniziative per capire come sistemare o incassare certe partite. Silenzio assordante su Banca di San Marino. Ho visto circolare tantissime notizie. E cosa vogliamo fare del sistema bancario? Indipendentemente dal fatto che la vendita sia giusta o sbagliata – ognuno ha la sua idea – non vogliamo sapere niente? Non vogliamo dire niente? Questa è una banca sistemica. Che fine fa? In che mani va? Perché viene venduta oggi, quando magari tra qualche mese, entrando in Europa, acquisterebbe valore? L’Italia, non più tardi di tre giorni fa, ha concluso un’emissione bond – non ricordo il nome esatto – con un titolo riservato ai risparmiatori, taglio minimo 1000 euro, collocato per 9,8 miliardi, tasso 3,20%. Chi vuole gestire in modo oculato il debito fa questo: paga interessi al 3,20%, o al 2,45% come nel nostro ultimo decreto, ma va a chiudere il debito su cui oggi paghiamo il 6,5%. Siamo l’unico Paese che paga il debito pubblico al 6,5%. Ma non vi fate qualche domanda? Non si vuole andare a rinegoziare questo debito? Cosa aspettiamo? Cassa di Risparmio: il collega Renzi ha sollevato la questione. Abbiamo saputo per vie traverse che il CDA è passato da 5 a 7 membri, e che – molto probabilmente – è stata venduta a Banka Kovanica. Nessuno dice niente. Va bene, noi siamo l’opposizione, ma almeno spiegateci le ragioni della vendita. Possono anche essere nobili e condivisibili. Ma va bene così? Questa è la Commissione Finanze. Ultima questione, ancora più grave. Veniamo a sapere da una notizia di stampa che c’è una compagnia assicurativa, con sede a San Marino, che è stata dichiarata insolvente. Non ricordo se sia lussemburghese o altro. Non so se sia stata ritirata l’autorizzazione, ma veniamo a sapere che c’è un soggetto vigilato, una compagnia di assicurazioni con sede a San Marino, che risulta insolvente. Non so chi sia, cosa faccia, ho anche cercato informazioni e non mi risulta il nome, ma io lo avrei voluto sapere. Non so se nel frattempo sia stata ritirata l’autorizzazione, ma se così fosse, dopo un articolo di stampa, sarebbe ancora più grave. E poi: ho sentito dire che è stata autorizzata un’altra società bancaria. Lo sapete? Chiedetelo a Gatti o a Banca Centrale. È stata autorizzata una nuova banca in questi ultimi giorni? Allora: le cose le dobbiamo venire a sapere dall’opposizione? È questo l’interrogativo che vi pongo. Voi siete la Commissione Finanze, voi siete la maggioranza. Venite a sapere dall’opposizione che c’è una compagnia insolvente, o che c’è una nuova licenza bancaria in giro? Come gestiamo questo Paese? Come lo gestite voi? Io sono molto preoccupato. Indipendentemente dal fatto che molte operazioni potrei anche condividerle. Ma è il metodo che viene portato avanti: tutto in silenzio, tutto di nascosto. Questo fa pensare che ci sia sempre qualcosa da nascondere. E quando si pensa che ci sia qualcosa da nascondere, il dubbio viene. Se uno naviga nel torbido e mai nella trasparenza, viene da pensare che qualcosa non funzioni.
Iro Belluzzi (Libera): È necessario intervenire su alcune questioni e, soprattutto, favorire un confronto, così come è stato auspicato anche nella fase referente verso l’approvazione della legge che abbiamo licenziato oggi pomeriggio. Io esprimo una grande soddisfazione e una profonda vicinanza morale a tutti coloro che vennero colpiti dagli arresti, dalla sofferenza, dal pubblico ludibrio e dall’oggettivazione: mi riferisco ai dirigenti della Cassa di Risparmio, a chi si è visto rovinare la vita per quello che è accaduto, mentre stava portando avanti un progetto imprenditoriale serio. Probabilmente si trattava davvero di un progetto serio, ma non supportato da norme chiare, né da un quadro definito nei rapporti fra la Repubblica di San Marino e l’Italia. Quella vicenda è frutto, probabilmente, della mancata firma dell’accordo del 2005-2006. L’attività di Delta era stata sviluppata sulla base di un accordo, verbale o tacito, tra l’allora presidente della Banca d’Italia, e l’amministrazione sammarinese. Ma poiché nulla era stato messo nero su bianco, la mancanza di chiarezza ha prodotto conseguenze pesantissime. E l’opacità, si sa, è sempre foriera di eventi negativi. Ricordo anche quella fase politica: purtroppo – ed è giusto quello che ha detto il collega Nicola Renzi – si deve fare pubblica ammenda per gli errori che sono stati commessi. Non si fece sistema. È il momento – e mi rivolgo soprattutto alla maggioranza – di fare davvero sistema. Avrei avuto piacere che fosse presente un membro del Governo anche solo per raccogliere le riflessioni emerse all’interno di questa Commissione, luogo sicuramente protetto, non portatore di propaganda né di scontro. Ritorniamo quindi al punto: anche l’accordo di associazione con l’Unione Europea passa attraverso la medesima richiesta, ovvero una condivisione delle attività di vigilanza tra Banca d’Italia e Banca Centrale della Repubblica di San Marino. Vorrei riprendere un punto sollevato dal collega Santi: mi ha colpito profondamente sapere che nella Repubblica di San Marino operava – ed era iscritta tra le società autorizzate a svolgere attività assicurativa – una compagnia lussemburghese. Era iscritta nei registri di Banca Centrale da giugno 2019, quando già nel giugno-luglio 2024 erano state svolte le prime azioni nei suoi confronti. Considerando l’attuale struttura della vigilanza e l’operato del Direttore Vivoli, che ritengo esprima quanto di meglio il nostro Paese possa offrire in termini di professionalità, capacità e onestà, questa vicenda mi ha reso ancora più consapevole dei limiti del nostro sistema nel verificare efficacemente ciò che si affaccia sul nostro territorio. Se in Italia e in Europa – dove questa compagnia ha truffato circa 100mila cittadini italiani – erano a conoscenza di quello che stava accadendo, non è possibile che a San Marino, a settembre, si sia arrivati ad autorizzarla e addirittura a vederla venduta dalla solita banca, oggi oggetto di attenzione e forse di conquista. Vorrei sapere chi ha presentato questa compagnia alla banca, chi ha compiuto certe scelte. E spero solo che, nel breve tempo in cui questa assicurazione ha operato sul nostro territorio, non siano state vendute polizze ai nostri concittadini. Da qui nasce, secondo me, l’esigenza di un intervento forte da parte di Banca Centrale. E spero che il Presidente di questa Commissione voglia trasmettere al Segretario di Stato le nostre preoccupazioni, le sensibilità espresse e soprattutto la necessità di fare sistema. Serve fare fronte comune per avere una possibilità in più. Non si deve autorizzare nessuna vendita di pacchetti azionari finché l’addendum e la firma dell’accordo di associazione con l’Unione Europea non saranno siglati. Non vogliamo trovarci di nuovo in situazioni rischiose: questa vicenda forse è stata marginale, ma potremmo trovarci davanti a problemi ben più gravi e difficili da risolvere. I danni, purtroppo, li abbiamo subiti. E alcuni colpi sono stati ben assestati. Il richiamo fatto dalle opposizioni a fare corpo, squadra, ad agire con fermezza nei confronti dell’Italia – anche in funzione del danno arrecato a tutta la Repubblica – è giusto. Quella vicenda, quell’azione, fu forse studiata, pianificata, voluta da qualcuno. Oggi quello strumento può diventare un mezzo persuasivo: non per andare allo scontro, ma per fare in modo che la sottoscrizione dell’addendum finanziario diventi anche un veicolo utile per far arrivare nel nostro Paese banche con una caratura internazionale e uno standing riconosciuto. Solo così si potrà far ripartire il sistema bancario e rigenerare i servizi fondamentali per la collettività e per lo Stato, che oggi si ritrova a dover affrontare il peso enorme dei bilanci bancari. Bilanci che sì, cominciano a produrre utili, ma a costo di enormi sacrifici per la nostra popolazione. Per questo credo che alcune decisioni debbano essere valutate con la massima attenzione. E, soprattutto, si devono evitare percorsi potenzialmente dannosi.
Sara Conti (RF): Ringrazio anche il commissario Iro Belluzzi, che ha fatto sentire la sua voce con una riflessione importante. I temi emersi dagli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto sono, a mio avviso, questioni che dovrebbero realmente toccare e suscitare riflessioni anche tra i commissari di maggioranza. Perché, se è vero – com’è vero – che noi, come membri dell’opposizione, abbiamo senz’altro il dovere e il ruolo di critica e di controllo nei confronti dell’operato del Governo, è altrettanto vero che non può esistere una maggioranza completamente silente, priva di qualsiasi voce critica, anche di fronte a una gestione delle finanze pubbliche come quella che stiamo vedendo. Se il Segretario Gatti continua a operare con una modalità totalmente autoreferenziale, dove la gestione della cosa pubblica sembra essere affare personale, non possiamo più tollerare che tutto ciò avvenga nel silenzio generale. Naturalmente il Segretario Gatti avrà l’avallo del Congresso di Stato. Ma davvero crediamo sia accettabile che, anche da parte della maggioranza, non vi sia alcuna attenzione o preoccupazione per quanto sta accadendo? Non mi voglio ripetere, ma i fatti sono troppo rilevanti per essere ignorati. Siamo venuti a sapere dell’emissione di nuovi titoli di debito pubblico solo tramite due decreti delegati. E continuiamo a chiederci come mai i soldi pubblici vengano costantemente utilizzati per spesa corrente, senza mai affrontare un piano concreto di riduzione del debito o sviluppo per il Paese. Lo ricordo bene: proprio in questa Commissione, anche il commissario di maggioranza Muccioli aveva sostenuto la necessità di avviare un piano di riduzione progressiva del debito pubblico. Quella proposta non fu accettata dal Segretario Gatti. Si continua a utilizzare il debito per coprire la spesa corrente, senza nessuna pianificazione strutturale. Nel frattempo si prosegue con consulenze, delibere a personam, assunzioni ad hoc. E nessuno dice nulla. Ma vi state accorgendo anche voi che c’è qualcosa che non funziona in questo sistema? Un’altra cosa che ci preoccupa è la percezione che il Segretario Gatti voglia deliberatamente sottrarsi a questa Commissione. È solo una nostra impressione o è davvero così? Con tutte le questioni di attualità – dal sistema bancario al clarifying addendum, all’emissione di nuovi titoli di debito – ci ritroviamo a convocare questa Commissione dopo due mesi di silenzio, e nessun membro di Governo è presente, nemmeno per un comma comunicazioni. Questo non è un atteggiamento serio, né responsabile. E torno sul punto: sembra davvero che il Segretario Gatti voglia evitare questa Commissione. Non si riesce a trovare una data in cui sia disponibile, nonostante l’impegno costante della Presidente – che, lo riconosco, si trova talvolta anche a dover sopportare le nostre lamentele, pur avendo tutto l’interesse e il rispetto nel sollecitare la sua presenza. Ora: le prossime sessioni e le date della Commissione Finanze sono state fissate. Ma, per rispetto del nostro lavoro, chiediamo che questo non sia il modus operandi con cui continueremo nei prossimi mesi. Serve un’attenzione particolare ai temi di rilievo che dobbiamo affrontare. Non siamo qui per perdere tempo. E pretendiamo, da parte del Congresso di Stato – e in particolare del Segretario Gatti – il rispetto dovuto nei confronti di questa Commissione. Sul sistema bancario, lo hanno già detto i colleghi: non abbiamo riferimenti, non sappiamo cosa sta realmente accadendo, Banca Centrale è in silenzio stampa da mesi. E noi siamo qui, pieni di interrogativi e preoccupazioni per il futuro del Paese. Noi siamo disposti a metterci a disposizione per un confronto, per valutare insieme le migliori modalità operative. Ma chiediamo anche ai membri di maggioranza di fare una riflessione seria e di esercitare anch’essi un controllo sull’operato del Governo. Perché quello che si decide a porte chiuse, all’interno del Congresso di Stato, non riguarda solo il Congresso stesso. Riguarda tutti noi: maggioranza, opposizione, e l’intero Paese. Quindi credo che il rispetto per chi è qui, lavora, cerca di mettere in fila le cose e capire davvero come questo Governo sta guidando San Marino… ecco, quel rispetto lo dobbiamo pretendere. Non solo chiedere.
Gaetano Troina (D-ML): E non starò a ripetere i temi già affrontati dai colleghi, che in gran parte condivido, però ci sono alcuni elementi che devo obiettivamente riscontrare e rimarcare. Il primo punto: mi unisco al richiamo dei colleghi. Non è accettabile – per quanto sia sera e per quanto sia tardi – che non sia presente neanche un Segretario di Stato in questo comma comunicazioni, viste le tematiche rilevanti che stiamo trattando, le quali necessitano di essere sviscerate e approfondite. E non può nemmeno essere sempre accettata la solita scusa degli “altri impegni”, perché mi chiedo: cosa c’è di più importante che rispondere a questo organo legislativo, che è parte essenziale della struttura istituzionale del Paese? Un’altra questione da sottolineare – come già detto dai colleghi – è la totale assenza di confronto con le opposizioni in via preliminare. Se la scorsa legislatura è stata l’esempio di tutto ciò che poteva accadere di umanamente complicato – tra pandemia e guerra – è anche vero che, nonostante tutto, si è sempre cercato, da una parte e dall’altra, di incontrarsi e approfondire i progetti prima di portarli in Aula. Questa legislatura è cominciata con un approccio completamente diverso. A parte i primi incontri avuti, se ricordo bene, con il Segretario Canti in merito a una legge sulla riforma del giusto processo, non ricordo altri appuntamenti promossi da Segretari di Stato o dalla maggioranza per discutere e analizzare progetti rilevanti. Ora ci stiamo approcciando a riforme importanti, e non è accettabile che il primo momento utile per discuterne sia la prima lettura in Consiglio. Faccio un esempio concreto: sulla riforma IGR stanno circolando tabelle, dati, simulazioni. Come forza politica abbiamo scritto al Segretario Gatti, chiedendo di poter avere un incontro, quantomeno per un’illustrazione delle intenzioni. In risposta, ci sono state inviate le tabelle. Nient’altro. Nessun incontro fissato. Mi sento di dire questo: forse, prima ancora di procedere con la riforma IGR, sarebbe necessario chiudere il tema dell’ICEE. Perché altrimenti andiamo a intervenire sui redditi delle persone senza aver ancora definito, né reso operativo, uno strumento che renda effettivi e verificabili i redditi stessi. Fare una riforma fiscale senza aver completato l’ICEE è pericoloso. Lo dico con chiarezza: senza l’ICEE, la riforma IGR rischia di diventare un “bagno di sangue”. Si andrà a colpire sempre e solo la classe media, che ha già dato. Ai più poveri si toglierà anche il poco che è rimasto. E, come sempre, vince chi non dichiara nulla. Su questo punto faccio un richiamo serio: serve che i due progetti siano consequenziali, ICEE e IGR. Sul sistema bancario aggiungo poco. Nella scorsa Commissione sono stato “tirato per la giacchetta” perché avevo detto certe cose. Ma io vi devo dire quello che sento. E nel Paese, la preoccupazione è reale. È sbagliata? Non lo so. Ma io la sento. E la cosa che mi dispiace di più è che ancora oggi non ho visto nulla di chiaro, a parte comunicati stampa vaghi, l’uno contro l’altro, che nemmeno chiariscono bene da che parte stia chi. Non capisco cosa costi fare una conferenza stampa e dire esattamente come stanno le cose. Spiegare ai cittadini cosa sta succedendo. Non parlo per interesse personale. Lo dico perché ascolto la gente, e la gente è preoccupata. E mi dispiace, perché penso che le strutture bancarie rimaste nel nostro sistema abbiano dimostrato una resistenza straordinaria in questi decenni, anche rispetto ad altri contesti. Non vorrei mai che, per ragioni che non comprendo, si scelga deliberatamente di non parlare, di non spiegare, e che da questo silenzio scaturisca qualcosa di grave, che possa compromettere la tenuta del sistema. Anche qui torno a chiedere: cosa costa fare una conferenza stampa, spiegare le cose, dare trasparenza? Allora, vorrei capire: quali sono i problemi? Perché questo Governo ha difficoltà a condividere le questioni con l’opposizione? Con la maggioranza non so, magari si confrontano. Ma con l’opposizione il silenzio è totale. Se si continua a lavorare così – in silenzio, senza confronto – su riforme importanti, non si può che ottenere ostilità. Perché, se non c’è confronto, se non c’è mediazione, se non c’è disponibilità al dialogo, allora non ci si può aspettare altro.
Luca Gasperoni (PDCS): Stasera ne abbiamo sentite diverse da parte dell’opposizione. Penso che sia giusto – ed è anche il momento – di fare un po’ di chiarezza da parte della maggioranza. Su molte delle questioni sollevate, sinceramente, mi fa strano che si cada dalle nuvole. Ho sentito parlare di emissioni di nuovi titoli di debito pubblico, come se fossero qualcosa di inaspettato. Ma a dicembre, durante la finanziaria, abbiamo approvato una delega – votata da tutti – che autorizzava il Congresso di Stato a emettere debito. Non solo: le finalità erano scritte chiaramente, già all’articolo 2. Quindi, sotto questo punto di vista, non si vuole nascondere nulla. Non c’è alcun “macchione” come è stato detto. Eravamo tutti consci di quello che si stava facendo. Abbiamo anche fatto una Commissione Finanze a gennaio/febbraio, dove si è parlato nuovamente della questione, anche nell’ambito del progetto di legge sullo sviluppo. In quell’occasione, si era detto chiaramente che l’emissione del titolo sarebbe servita anche per rientrare dell’irredimibile. Anche il commissario Santi – che nella scorsa legislatura andava fiero dell’emissione del titolo irredimibile – sa bene che prima o poi i nodi sarebbero venuti al pettine. È inutile che ci nascondiamo dietro un dito. Secondo punto, sul richiamo del debito con tasso al 6,5%. Qui, però, mi permetto di dire che pecchiamo un po’ di ingenuità. Perché è evidente che, se gli investitori oggi hanno in mano un titolo con quel tasso, per richiamarlo bisogna convincerli. E in molti casi, vanno pagati dei bonus. Quindi, alla fine, potrebbe costare più il richiamo che il mantenimento. Inoltre, per quanto riguarda i titoli italiani emessi poche settimane fa, anche noi adesso abbiamo emesso a tassi molto più bassi. Purtroppo, al tempo dell’emissione del nostro debito, il mercato non era favorevole: i tassi non erano dalla nostra parte. Ma questo lo sapevamo tutti. Riforma IGR. Ne abbiamo parlato già diverse volte, magari non nei dettagli, ma è parte integrante del programma di governo. La “riforma IGR” è scritta nel programma, quindi era evidente che, prima o poi, si sarebbe fatta. Detto questo, condivisione ci deve essere, e anche noi riteniamo che debba esserci una riduzione della spesa corrente. E deve essere accompagnata da ICEE, giusto. Ce lo siamo già detti più volte anche in questa Commissione: sono due provvedimenti che devono andare di pari passo. Credo che i tempi, a oggi, coincidano ancora. ICEE ha già avuto la prima lettura ed è atteso in Commissione; IGR deve ancora fare la sua prima lettura. Quindi, sinceramente, non ci vedo nulla di anomalo. Ringrazio invece il commissario Belluzzi, che ha spiegato correttamente la questione della compagnia assicurativa. Non è proprio come è stato detto dal consigliere Santi. Quella compagnia era inserita nel registro di Banca Centrale semplicemente per poter vendere i suoi prodotti finanziari a San Marino. Per fare questo è necessaria un’autorizzazione. Ma da quanto mi risulta, non aveva sede a San Marino, e non era una compagnia sammarinese. Poi, se qualcuno ha notizie più certe, può chiarirle. Ultimo punto, rapidamente: il tema del “risiko bancario”. Se ne è parlato tanto – forse troppo, anche qui dentro. Stiamo parlando del mondo finanziario. E quello che si dice alla stampa o ai microfoni ha un impatto, può generare reazioni positive o negative. Quindi, più che portare qui dentro le “chiacchiere da bar”, sarebbe corretto chiedere chiarimenti ai diretti interessati. L’Ente Cassa è una realtà privata. Lo sappiamo bene. È una società privata che detiene una banca. Questa società ha dei soci e ha la possibilità di vendere oltre il 51% della propria quota. Mi sembra un fatto chiaro. C’è stata anche un’assemblea pochi giorni fa, che ha ribadito il percorso già intrapreso dalla banca. Qualcuno forse si aspettava comunicati stampa da Banca Centrale. Ma ricordiamoci che Banca Centrale è un organismo di vigilanza. Non è suo compito comunicare ogni cosa ai media. Non credo che debba essere soggetto a una pressione mediatica costante. E non credo sia corretto chiederle comunicati pubblici continui.
Silvia Cecchetti, presidente della Commissione: Finché non ci sarà una convocazione ufficiale e formale, e finché non ne avremo completa certezza, non possiamo dare nulla per definitivo. Tuttavia, considerato che alcuni commissari non saranno presenti il 30 giugno, andremo direttamente all’8 luglio, data in cui probabilmente cominceremo proprio con il dibattito sulla cartolarizzazione. Vi chiedo quindi di tenere appuntate le seguenti date: 8, 9, 10 e 11 luglio, 30 e 31 luglio, 1° agosto. Oltre al tema della cartolarizzazione, dovremo valutare – come previsto per legge – il Programma Economico, e abbiamo anche lo Statuto di Banca Centrale tra i progetti di legge da affrontare. Ci sarà poi anche il provvedimento relativo all’ICE, salvo diverse disposizioni che arriveranno dal Consiglio Grande e Generale, e tutta una serie di altri temi. Vi anticipo inoltre che cercherò, per quanto possibile, di recuperare anche il pregresso, in particolare per quanto riguarda le Istanze d’Arengo e altre pratiche arretrate, cercando comunque di comunicarvi sempre in anticipo l’ordine dei lavori.
Alle 22.15 i lavori vengono interrotti e la seduta si conclude.