San Marino. Rete, abusi edilizi: un’amnistia mascherata da sanatoria

San Marino. Rete, abusi edilizi: un’amnistia mascherata da sanatoria

Il testo unico delle leggi urbanistiche ed edilizie depositato dal governo include una sezione chiamata “sanatoria straordinaria” con elementi preoccupanti.
Questo progetto di legge è stato depositato nella scorsa legislatura dall’allora Segreteria al Territorio di Antonella Mularoni (AP) e dal suo staff di segreteria. Cos’è cambiato da allora? Lo staff politico di Segreteria che aveva lavorato al progetto è stato riconfermato, perciò è normale che vi sia continuità nei contenuti legislativi proposti. Dal Segretario Augusto Michelotti (SU), ci si aspetterebbe una discontinuità rispetto ad un passato di condoni o sanatorie che, la storia ce lo insegna, venivano giustificati con l’eliminazione degli abusi ed incassi per lo Stato, poi nei fatti sono serviti per saziare gli appetiti dei palazzinari.

Negli allegati inviati al nostro gruppo politico c’è solo una sezione aggiunta da Michelotti nel 2017 (cioè pochissimi giorni fa) alla legge. Si tratta di elementi di tutela del territorio? No. Si tratta degli articoli riguardanti la “sanatoria straordinaria”.

Se l’idea di premiare chi ha fatto il furbo è uno schiaffo in faccia ai cittadini che le leggi le hanno rispettate, che hanno rispettato le trafile burocratiche e i permessi per costruire, tuttavia non demonizziamo la necessità di intervenire in un contesto di abusi diffusi. Occorre capire con quale con quale obiettivo si interviene. Si vuole creare uno spartiacque e mettere un punto zero sull’abusivismo su territorio, oppure per far cassa per lo Stato, facendo in modo che chi può permetterselo paga e sana l’abuso, e chi non può permetterselo si arrangia?

Con l’impostazione data, oltre a non risolvere affatto il problema degli abusi, a rischiare di dover pagare sono solo le famiglie che hanno ereditato le scelte scellerate di commissioni di politici, tecnici collusi, speculatori del territorio.

Andando ai contenuti, leggiamo che possono accedere alla Sanatoria le opere, i fabbricati, i manufatti realizzati in maniera abusiva fino alla data della presentazione in prima lettura della legge. Chi ha vissuto o contestato le sanatorie degli anni passati, sa benissimo che questo è un escamotage che, ben lungi dall’evitare nuovi abusi, al contrario permette di costruirne di nuovi con la consapevolezza che tanto verranno sanati per legge.

C’è poi una parte molto grave che riguarda i procedimenti penali in corso. Infatti possono presentare richiesta di sanatoria anche persone attualmente implicate in procedimenti penali per abusi edilizi. Non solo, nel momento in cui presentano la richiesta di sanatoria, i procedimenti penali in corso vengono sospesi.

Quindi se la domanda di sanatoria viene accettata, i reati edilizi per cui sono attualmente in corso di accertamento vengono estinti. Il testo unico specifica infatti che “l’accesso alla sanatoria estingue i reati edilizi previsti dal vigente codice penale e quelli previsti all’art 30 di una legge del 1980”. Questo articolo di legge prevede anche l’arresto di primo e secondo grado per reati legati agli abusi edilizi, individuando le responsabilità di proprietario, committente, direttore e assuntore dei lavori. Oltre ad essere svilito il lavoro di chi si occupa di verificare e denunciare gli abusi, si toglie la possibilità di intervenire su tutti gli attori che hanno contribuito a crearlo.
Non è solo una sanatoria straordinaria, ma è anche una sorta di amnistia che interviene prima ancora che il tribunale si sia espresso sul reato. Un’amnistia preventiva! Meglio ancora della prescrizione!

Di certo è molto più facile fare una sanatoria per incamerare qualche soldino cercando di non incorrere nelle ire di chi ha commesso l’abuso, piuttosto che prendersi la responsabilità di multare e demolire gli abusi e perseguire le persone, inclusi i politici, che in passato li hanno consentiti e caldeggiati.

Movimento Rete

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