San Marino. Rete difende il pdl sul Consiglio giudiziario

San Marino. Rete difende il pdl sul Consiglio giudiziario

“Continuiamo a confermare con le azioni la ferrea volontà di non chinare il capo e ribadiamo la promessa di un’organica riforma del settore della giustizia che avverrà col più ampio confronto e la massima condivisione possibile con tutte le parti politiche, istituzionali e sociali interessate”.

Lo garantisce Rete in una nota totalmente incentrata sull’approvazione, da parte del Consiglio, dell’atto che “costituisce il primo passo di un lungo cammino verso il ristabilimento dello stato di diritto e il recupero di un corretto funzionamento della giustizia”.

Cammino, aggiunge il movimento di maggioranza, che “maggioranza e governo hanno deciso di intraprendere a partire dal principio della nuova legislatura”.

L’intervento normativo è “finalizzato a tutelare la corretta composizione del Consiglio giudiziario plenario, importante organo di governo della Magistratura composto in numero paritetico da giudici (membri togati) e dai membri della Commissione consiliare per gli Affari di Giustizia (membri politici); attraverso questa legge è stata interpretata in maniera autentica la volontà del legislatore di garantire diritto di voto ai soli membri magistrati e politici, e non al dirigente non magistrato a cui il precedente governo aveva impropriamente conferito diritto di voto pur non essendo né politico né magistrato”.

Per garantire “una maggiore indipendenza della parte togata”, sottolinea Rete, “è stato inserito come criterio preferenziale per l’ingresso di un magistrato nel Consiglio giudiziario il fatto che egli sia assunto a tempo indeterminato; si vuole così assicurare che nessuno sia influenzabile né ricattabile nell’esercizio del suo diritto di voto in un così rilevante organismo”.

Rete, sempre nella stessa nota, afferma di aver “deciso di appoggiare la procedura d’urgenza perché non si poteva più permettere, come succede da oltre un anno, che il Consiglio giudiziario plenario venisse riconvocato con una composizione contraria alla legge con il rischio che continuasse a produrre distorsioni”.

Nel corso della sessione consiliare Rete racconta di aver “assistito all’accanita resistenza di chi in questi ultimi tre anni ha stravolto lo stato di diritto e sovvertito il concetto stesso di giustizia, riducendola a un manganello con cui annichilire l’avversario politico”.

“L’ostinatezza nel difendere l’illegale stato di cose presenti”, dichiara infine Rete, “conferma ancora una volta come i gruppi di potere siano ancora vivi e desiderosi di dar battaglia con ogni mezzo a loro disposizione pur di continuare a garantirsi quell’impunità che per lungo tempo gli ha permesso di spadroneggiare nel nostro Paese”.

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