San Marino Riciclaggio, condanna confermata. Lo stato incamera 1,3 milioni

San Marino Riciclaggio, condanna confermata. Lo stato incamera 1,3 milioni

Antonio Fabbri (da L’informazione di sabato 4 giugno 2016): Riciclaggio denari del narcotraffico, condanna confermata. Lo stato incamera 1,3 milioni

Confermata integralmente
la condanna
a carico
di Daniela Staiano. La
donna era accusata di
avere riciclato i soldi del
marito, Damaso Grassi,
romano condannato in
Italia per associazione a
delinquere finalizzata al
traffico di droga.
I soldi giunti sul Titano
sono considerati una parte
del provento del narcotraffico
dell’organizzazione scoperta in due anni di
indagini nell’operazione
Fire and Ice, che ha avuto
il suo culmine con gli
arresti e i sequestri del
giugno 2011. Una operazione
che venne condotta
di concerto tra la Squadra Mobile di Roma e la
Dea (Drug Enforcement
Administration) statunitense,
con il coordinamento
del Procuratore
distrettuale antimafia.

L’indagine portò all’arresto
di 66 persone, di cui
14 in Italia, al sequestro
di una tonnellata di
cocaina, di cui 200 chili
purissima, al sequestro di
beni per 10 milioni, oltre
al milione e trecentomila
euro sequestrato in conti
sammarinesi.


Nel corso del processo
sono state descritte
le movimentazioni di
denaro e le modalità con
le quali la donna operava.
Versamenti sempre in contanti. Ogni volta che
Daniela Staiano saliva sul
Titano, si recava in banca
e scendeva nel caveau
dove si trovavano le cassette
di sicurezza presso
la filiale della Cassa di
Risparmio. Poi tornava
al piano superiore, alle
casse, e versava contanti.
Ora 50, ora 100, ora
200mila euro a botta in
pezzatura da cinquanta e
cento euro. La donna era
accompagnata sempre
dal marito.

“Arrivava
sempre con delle grosse
e voluminose borse”, ha
dichiarato un testimone.
Un “pellegrinaggio” continuato
fino al 2010.
La difesa, sostenuta dall’avvocato Rossano
Fabbri assieme ad un
collega del foro di Roma,
aveva chiesto l’assoluzione,
sia in primo grado
che in appello, rilevando,
tra l’altro, che, essendo la
donna già stata condannata
in Italia per associazione
a delinquere come
il marito, dovesse essere
applicato il principio del
ne bis in idem internazionale.
Tesi che evidentemnete
anche il giudice
di appello ha ritenuto
di non accogliere.

Sarà
importante vedere le motivazioni,
considerato che
sono numerosi i processi
a cavallo tra il Titano
e l’Italia in particolare proprio per episodi di
riciclaggio.
Così, ieri mattina, il
Commissario della legge
Roberto Battaglino ha
letto la sentenza emessa
dal giudice delle appellazioni
David Brunelli
che ha confermato
integralmente la condanna
di primo grado che il
giudice Gilberto F elici
aveva stabilito in 4 anni
e mezzo. Confermata anche
la confisca che vedrà
incamerate allo stato le
somme già sequestrate,
pari a 1.377.832,55 euro,
oltre a una confisca per
equivalente di ulteriori
16mila euro.

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