San Marino. Riciclaggio e crimini finanziari in Romagna e San Marino, origini e rischi

San Marino. Riciclaggio e crimini finanziari in Romagna e San Marino, origini e rischi

L’informazione di San Marino

Riciclaggio e crimini finanziari in Romagna e San Marino, un convegno per capirne origine e rischi

In prima linea nella battaglia contro i crimini finanziari

La sottovalutazione del rischio da parte della politica e del tessuto sociale, favorisce l’attecchire delle mafie con entrature in ambienti bancari e finanziari

Venerdì 19 maggio, a partire dalle 9,30, presso il Salone Comunale di Forlì (in piazza Saffi), l’Associazione Legalità Bene Comune di Forlì e il Presidio Libera “Placido Rizzotto” di Forlì organizzano il convegno “Riciclaggio, autoriciclaggio, crimini finanziari in Romagna”. Dopo i saluti del sindaco di Forli Davide Drei e la presentazione di Pietro Caruso, interverranno Antonio Fabbri, giornalista, Giovanni Mazzanti, Docente di Economia, Sergio Sottani, Procuratore della Repubblica Tribunale di Forlì, Alessandro Mazzotti, Comandante della Guardia di Finanza, e Davide Mattiello, membro della Commissione Parlamentare Antimafia. Negli ultimi anni la Romagna è stato coinvolta da tre casi giudiziari su reati di riciclaggio: – Il processo “Re Nero”, entrato all’inizio del 2016 nella fase di dibattimento nel Tribunale di Forlì, con 19 rinviati a giudizio, tra cui ex dirigenti/amministratori della Banca Asset di San Marino e della Banca di Credito e Risparmio di Romagna e anche due soggetti giuridici: Asset Banca e San Marino Asset Management, entrambi di San Marino; – Il processo “Varano”, con 28 rinviati a giudizio, e coinvolti i vertici della Cassa di Risparmio di San Marino, i vertici della finanziaria Carifin e funzionari del Monte dei Paschi di Siena; – L’inchiesta “Torre d’Avorio”, che ha messo sotto controllo un flusso enorme di denaro tra Italia e San Marino, tuttora in fase istruttoria per l’ipotesi di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, evasione fiscale e illecita esportazione di capitale.

Questi casi hanno costituito, assieme all’azione di Bankitalia durante la Presidenza di Mario Draghi, e alla normativa antiriciclaggio emanata dalla Comunità Europea, tasselli fondamentali per la revisione dei rapporti tra Italia e San Marino, che hanno portato nel febbraio 2014 alla esclusione di San Marino dalla lista dei paesi “Black List fiscale”, a conclusione di un percorso di riforme che la Repubblica del Titano ha intrapreso per allinearsi agli standard di trasparenza e scambio di informazioni in materia fiscale richiesti dall’Ocse.

Prima di allora San Marino attraeva soldi sporchi derivanti: – Dalle frodi carosello dell’IVA: nelle varie frodi scoperte nel tempo dalla GdF in Italia c’è spesso San Marino con una o più società farlocche che compaiono nell’articolato meccanismo; – Dall’evasione fiscale, perpetrata da italiani, dal piccolo commerciante al grande imprenditore; – Da reati perpetrati da varie mafie straniere e italiane (lavoro nero, traffico di droga, prostituzione etc.).

Allora occorre chiedersi a chi si rivolga la domanda di riciclaggio di denaro che proviene anche dal tessuto produttivo ed economico del nostro territorio. La risposta a questa domanda non può essere demandata solo alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma riguarda direttamente le forze politiche, sociali, professionali, produttive e finanziarie, e i cittadini.

La storia di San Marino ci insegnano che le chiavi di accesso nelle zone che non hanno visto storicamente la presenza delle mafie sono le connivenze. Favorite dalla sottovalutazione del rischio da parte della politica e del tessuto sociale, le mafie attecchiscono creando alleanze con soggetti locali, con entrature in ambienti bancari e finanziari e capacità di intessere rapporti con le imprese. Allora la domanda diventa un’altra: come ridurre la domanda di illegalità di un tessuto sociale e produttivo? O, in altre parole, come rendere conveniente la legalità? E come monitorare il territorio? E in questo: quale ruolo possono esercitare le istituzioni, le associazioni professionali, le associazioni culturali, le associazioni imprenditoriali? E quale le rappresentanze dei lavoratori, la politica, i media e soprattutto i cittadini?

A proposito di media, una rassegna stampa è disponibile nel sito www.legalita.net

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