San Marino. Riciclaggio, indagine a carico di due imprenditori romani

San Marino. Riciclaggio, indagine a carico di due imprenditori romani

L’Informazione di San Marino

Soldi della bancarotta prendono il volo sul libretto “elicottero” 

Oltre 780mila euro in contanti occultati sul Titano Indagine per riciclaggio a carico di due imprenditori romani. Uno irreperibile

Antonio Fabbri

Sono sotto inchiesta per riciclaggio due imprenditori romani che offrivano nei cieli della capitale voli di 30 minuti in elicottero. Secondo l’accusa dell’autorità italiana che nel 2013 ha sequestrato gli elicotteri della società, i due titolari, padre e figlio, avevano inscenato anche finte vendite per distrarre denaro e utilità dal patrimonio societario e avevano fatto sparire i libri contabili. Una parte dei soldi della società di Alessandro e Pierluigi Trastulli, la Heli Service International srl fallita nel 2012, è finita a San Marino.

L’indagine sul Titano Sul Titano è aperto un fascicolo di indagine per riciclaggio. Le somme a San Marino cominciarono ad arrivare nel 2007. Tutte in contanti e confluirono su un libretto presso la Banca Commerciale Sammarinese denominato “Elicottero” (…)

Gli inquirenti ritengono che i soldi occultati prima nel libretto e poi movimentati in varie operazioni di investimento anche in polizze assicurative, siano il frutto della bancarotta della società italiana, coincidendo, tra l’altro, le movimentazioni e i versamenti di denaro, con il periodo in cui i due sono stati alternativamente in carica quali amministratori della società fallita.

La falsa vendita In Italia Alessandro Trastulli e il figlio Pierluigi sono stati indagati per quella che gli inquirenti ritengono una falsa vendita, per un importo di un milione e 896mila euro, realizzati attraverso la cessione simulata di sei velivoli. In Italia il fallimento si è chiuso nel 2015, ma non è stato possibile, considerato che la società era rimasta in sostanza una scatola vuota, ristorare neppure in parte i creditori.

Si scopre intanto che 783.885 euro, soldi della società, sono finiti a San Marino, occultati, secondo l’accusa, prima su un libretto e poi in altre movimentazioni. Tra gli indici di anomalia che hanno portato all’indagine sui Trastulli, la non congruità dei redditi rispetto ai denari movimentati e la provvista a disposizione. Ha destato sospetto anche il fatto che quando ai due in più occasioni sono state richieste informazioni utili per l’adeguata verifica, questi si sono rifiutati di fornirle. Così è scattata l’indagine e le somme ancora presenti sul Titano, investite in titoli o polizze o giacenti sui conti, sono state poste sotto sequestro.

Irreperibile uno degli indagati Intanto uno dei due indagati risulta irreperibile, tanto che il Commissario della legge Antonella Volpinari che si sta occupando del caso, ha dovuto procedere alla notifica “ad valas”, cioè nella bacheca all’ingresso del palazzo di giustizia, della comunicazione giudiziaria, come previsto dalla legge in questi casi. Pierluigi Trastulli, 50 anni, che risulterebbe residente a Subiaco, in provincia di Roma, non è reperibile all’indirizzo indicato. Verifiche per rintraccciarlo sono state eseguite anche tramite Interpol, ma non hanno dato alcun esito. L’indagine, vista anche la pubblicazione degli atti “ad valvas”, si starebbe avviando verso la conclusione. Spetterà dunque all’inquirente valutare le prove raccolte e decidere per il rinvio a giudizio o per l’archiviazione.

 

 

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