San Marino. Riciclaggio, Santonastaso si difende da solo

San Marino. Riciclaggio, Santonastaso si difende da solo

Santonastaso si difende da solo nel processo in cui è imputato

Antonio Fabbri

Il processo per riciclaggio a carico di Michele Santonastaso, in Italia definito “l’avvocato della Camorra”, perché in passato difensore nel processo “Spartacus” del clan Bidognetti, è ripreso davanti al giudice Roberto Battaglino, dopo che aveva avuto inizio davanti al giudice Gilberto Felici, oggi alla Corte di Strasburgo. Santonastaso nell’inchiesta sammarinese è accusato – assieme ai figli Irene, Giuseppe e Claudio e Teodoro Iannota ritenuto un prestanome – di avere portato a San Marino il provento delle attività dell’associazione per delinquere di stampo camorristico alla quale prestava i suoi servigi legali.

Secondo l’accusa i soldi sul Titano cominciò a portarli nel 2001, quando aprì un conto presso Cassa di Risparmio sul quale versò 1.782.314,95 in contanti investendo poi il denaro in pronti contro termine. Nel 2009 saltarono fuori le prime notizie di cronaca che riguardavano, tra gli altri, l’avvocato partenopeo. Fu allora che cominciò a movimentare i denari. Ma in concomitanza delle movimentazioni scattò anche la segnalazione all’Aif e il congelamento delle somme da parte dell’Agenzia di informazione finanziaria. Scattò pure l’inchiesta giudiziaria sul Titano, mentre in seguito Michele Santonastaso veniva arrestato in Italia ed emerse che stava organizzando la nascita di un consorzio per la gestione ambientale dell’intera Campania, che avrebbe operato nell’interesse del clan dei Casalesi.

L’origine dell’indagine sammarinese che è stata ricostruita ieri in aula da Nicola Veronesi, funzionario dell’Agenzia di informazione finanziaria, il quale ha riportato come, dopo la segnalazione, le verifiche fecero emergere, a carico dell’avvocato Santonastaso, pendenze giudiziarie e il fatto che fosse stato arrestato e condannato, per tre volte in primo grado: a 11 anni, per associazione di stampo camorristico, con il clan dei Casalesi, nel dicembre 2014. E poi per minacce aggravate dalla finalità mafiosa, rivolte sia contro Roberto Saviano (2014, sentenza del Tribunale di Napoli), sia contro i magistrati Raffaele Cantone e Federico Cafiero de Raho (Tribunale di Roma, luglio 2016).

In seguito a queste vicende, che lo vedono sottoposto alla misura di sicurezza dell’obbligo di dimora a Milano, l’ordine degli avvocati italiano lo aveva sospeso dalla professione. Le intervenute modifiche alla legge italiana in materia forense, hanno tuttavia visto nel 2017 la revoca della sospensione da parte dell’Ordine di Santa Maria Capua Vetere, e quindi la possibilità di riprendere ad esercitare. Così nell’udienza diieri l’imputato avvocato Santonastato ha in sostanza difeso se stesso, domiciliato presso l’avvocato Nicola Tonelli che è suo difensore, mentre santonastaso figura come legale della società “Le Printemps”, a giudizio come soggetto giuridico attraverso il quale, secondo l’accusa, transitava il denaro ritenuto di provenienza illecita. La difesa sostiene, per contro, che si tratti di denaro frutto delle prestazioni professionali del legale. Ieri in udienza l’avvocato Santonastaso, potendo esercitare, ha pure interrogato il testimone.

Quando venne revocata la sospensione dall’ordine di Santonastaso, Roberto Saviano commentò : “La camorra ha vinto, definitivamente. L’avvocato dei boss casalesi, condannato ad 11 anni per aver portato ordini di morte del clan Bidognetti, per aver minacciato in aula durante il processo Spartacus me e altre tre persone, oggi torna a fare l’avvocato”. In particolare Santonastaso leggendo un istanza firmata da Iovine e Bidognetti, intimò a Saviano di “fare bene il suo lavoro”, definendolo “giornalista prezzolato”.

Che l’avvocato Santonastaso abbia denunciato giornalisti anche sul Titano è un dettaglio che dovrebbe fare riflettere. 

 

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