San Marino. Riciclaggio, soldi di frodi carosello, due condanne

San Marino. Riciclaggio, soldi di frodi carosello, due condanne

Soldi di frodi carosello, due condanne per riciclaggio

Antonio Fabbri

Arriva a sentenza di primo grado il processo per riciclaggio a carico di Bruno Dezi e Traian Ovidiu Ciguedan, il primo romano e il secondo rumeno; il primo ritenuto l’ideatore della truffa, il secondo ritenuto prestanome. La ricostruzione del capo di imputazione descrive un giro di prestanome, società fittizie, frode ai danni dello Stato italiano per centinaia di migliaia di euro nel settore dell’elettronica passati per conti correnti di società sul Titano e in parte finiti su conti delle stesse società presso un istituto di credito di Malta. Un giro di denaro ben studiato, secondo l’accusa, per occultare la provenienza illecita dei soldi. 

I due, tra l’altro, erano finiti anche in un altro fascicolo, che era finito archiviato. Il Procuratore del fisco, Roberto Cesarini, ha sottolineato ieri venne dato parere favorevole a quell’archiviazione unicamente perché era maturata la prescrizione processuale. Quel fascicolo, tuttavia, per ricostruire il quadro delle movimentazioni, è stato acquisito nell’istruttoria dibattimentale in quest’altro procedimento, fornendo un quadro che evidenzia “lo schema tipico delle truffe carosello”, ha evidenziato il Pf, richiamando tra l’altro anche recenti sequestri della Gdf e per analoghi fatti di cronaca, nei confronti di altri esponenti della famiglia Dezi. Tra l’altro la procura fiscale ha parlato di “sfrontatezza di chiamare la società il Triangolo”, lasciando intendere come il nome richiamasse la pratica delle triangolazioni. “La società però esiste davvero”, ha ribattuto, pur con un sorriso, il difensore di Ciguedan, l’avvocato Alberto Selva, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito per insufficienza di prove in ordine dall’elemento materiale del reato.

“Questo non è riciclaggio”, ha detto l’avvocato Selva insistendo per l’assoluzione. Sulla mancanza di prove ha puntato anche il difensore di Bruno Dezi, l’avvocato Elia Santi: “Si parla di anomalie negli atti di questo processo, ma non ci sono prove che il mio assistito fosse l’ideatore della frode. Inoltre non si può parlare di occultamento, laddove le transazioni sono state effettuate attraverso l’home banking”, ha aggiunto chiedendo l’assoluzione.

Il giudice Roberto Battaglino valutando la sola condotta del trasferimento e non l’occultamento, ha abbassato di un grado la pena, condannando entrambi a 2 anni e 6 mesi, con la possibilità della misura alternativa alla detenzione dell’affidamento ai servizi sociali. Condanna anche a un anno e sei mesi di interdizione e alla confisca di quanto sequestrato, oltre 980mila euro, più la confisca per equivalente di 186mila euro. Possibile l’appello.

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