San Marino. Riforma del sistema previdenziale: Dialogo aperto, in Commissione consiliare, tra maggioranza e opposizione

San Marino. Riforma del sistema previdenziale: Dialogo aperto, in Commissione consiliare, tra maggioranza e opposizione

In mattinata la Commissione prosegue l’esame del Progetto di legge “Riforma del sistema previdenziale”.

Il report di San Marino News Agency, evidenzia come “in seduta notturna, ieri, i lavori si sono conclusi all’articolo 22, relativo alla tassazione derivante dalla Gestione separata.  Nel corso della seduta notturna è stato discusso l’emendamento del governo “Limite temporaneo alla perequazione” per introdurre un periodo transitorio- dal gennaio 2023 fino al dicembre 2027- in cui fissare la rivalutazione annuale delle pensioni ordinarie  all’%1. Su tale misura l’opposizione ha presentato emendamenti, sottolineando anche la forte contrarietà espressa dalle categorie sindacali. Si è infine giunti a una riformulazione condivisa per cui la rivalutazione delle pensioni è stata indicata al 2,2%.

In mattinata, nell’esame dell’articolo 25 Aliquote contributive dei lavoratori pensionati” sono presentati due emendamenti di Libera e uno di Rf.  E’ stato poi  concordato un emendamento da tutti i gruppi e approvato quest’ultimo. In dettaglio, i lavoratori pensionati sono assoggettati dal 2023 a un’aliquota contributiva di pura solidarietà del 33%, da destinarsi al Fondo Pensioni obbligatorio. Il contributo è a carico al datore di lavoro nella misura del 21% e del lavoratore per il 12%.  “Il contributo di solidarietà- si spiega nell’articolo- è destinato ai singoli fondi pensione in ragione del disavanzo tecnico registrato e in funzione delle esigenze di sostenibilità degli stessi”.

All’ Art. 26 Adeguamento dei redditi minimi” sono presentati emendamenti da Libera e Rf.  In particolare, Rf chiede che  il reddito minimo per i lavoratori autonomi venga adeguato in base al tasso di crescita del salario medio territoriale e non all’indice del prezzo al consumo, come previsto dal testo. “Se si lega il reddito minimo all’inflazione- motiva Andrea Zafferani– se questa rimane alta, il reddito minimo diventa una cifra importante che poi impatta sulle attività economica che sono obbligate a versare cifre minime a prescindere da quanto guadagnano e ciò rischia di pregiudicarne l’attività”.  Mentre Libera chiede che l’adeguamento non sia applicato ai lavoratori autonomi per i primi tre anni di avvio dell’attività. “La richiesta è di avere un occhio per queste attività che all’avvio hanno incombenze e aggravi di costi- chiarisce Guerrino Zanotti di Libera- e la loro situazione è paragonabile a quella dei precari nel lavoro subordinato”. In risposta, il Segretario di Stato Roberto Ciavatta ricorda, sulla proposta di Libera, che “in realtà, per i primi 3 anni, ci sono abbattimenti del 50% del minimo” e “con l’integrazione per gli autonomi la differenza sarebbe di 100 euro l’anno”. Per cui, “riteniamo che già un abbattimento del 50% dei redditi minimi previsti dalla legge e ribaditi in questa- conclude- sia assolutamente garante di un’attenzione di chi avvia un’attività che ha necessità di sostegno”. Sulla proposta di Rf il Sds Ciavatta rileva delle criticità applicative: “Chiederei di tenere l’emendamento così presentato dal governo- conclude- certamente quello sollevato da Rf sarà uno degli elementi di osservazione del tavolo di monitoraggio”. Gli emendamenti dell’opposizione sono respinti.

Il Presidente  della Commissione Oscar Mina, Pdcs, quindi sospende i lavori per consentire un ulteriore confronto sugli emendamenti all’articolo successivo, il n.27, “Contributo temporaneo al fondo pensioni”.  Ci tiene infine a fare una precisazione il commissario Vladimiro Selva, Libera: “Lei Presidente ha fatto bene a dare tempo ai colleghi di maggioranza di discutere i propri emendamenti, ma in passato- puntualizza- non sarebbe successo senza un’opposizione ragionevole, sarebbe stato oggetto di attacco, e non è un fatto trascurabile”.

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