Tutta la classe politica della Repubblica di San Marino di fatto si dichiara d’accordo a mantenere celati i redditi di chi si avvale – non i cittadini comuni – del paravento delle fiduciarie.
Finora, infatti, nessun partito – e addirittura nessun consigliere – si è detto pronto a far in modo che, per qualsiasi contribuente, tutti i redditi comunque e dovunque prodotti siano cumulabili e, coerentemente, abbia proposto di rimuovere quel paravento.
Per cui si continuerà a San Marino ad avere persone con ricchezze da nababbi, di fatto nullatenenti per il fisco. Infatti non è prevista alcuna comunicazione automatica all’Ufficio Tributario dei nomi dei beneficiari effettivi delle azioni, delle quote societarie e di qualsiasi proprietà in genere, anche immobiliare, intestate a fiduciarie o società simili sammarinesi e non sammarinesi, comprese quelle dei paesi offshore.
Facile pronosticare che la riforma fiscale che oggi comincia il suo iter conclusivo in Commissione Finanze, prevedendo cotanta manna per i soliti privilegiati, sarà approvata con una maggioranza bulgara. Come, del resto, è avvenuto con la prima
– falsa – abolizione e la seconda
– altrettanta falsa – abolizione delle società anonime. Entrambe false
abolizioni, perché hanno cassato le società anonime ma non l’anonimato
societario, mantenuto, appunto, nel sistema sammarinese, attraverso le fiduciarie.