San Marino. Riforma pensioni, Csu: “Inaccettabile la cancellazione dell’articolo sull’incremento del contributo dello Stato”

San Marino. Riforma pensioni, Csu: “Inaccettabile la cancellazione dell’articolo sull’incremento del contributo dello Stato”

La Centrale sindacale unitaria ha inviato la sua posizione ai consiglieri e al governo sul progetto di legge di riforma previdenziale in prima lettura nella sessione di settembre del Consiglio Grande e Generale della Repubblica di San Marino.

“Sono tante e articolate le osservazioni e le richieste di modifica e integrazione avanzate da noi rispetto al progetto di legge sulla riforma del sistema previdenziale approdato in prima lettura consiliare nella sessione in corso del Consiglio Grande e Generale”, dichiara in un comunicato la Centrale sindacale unitaria, la cui posizione, contenente osservazioni sia di carattere generale che specifiche sull’articolato, “è stata inviata nella giornata di ieri ai membri del Congresso di Stato, ai partiti e a tutti i componenti del Consiglio”.

La Centrale sindacale unitaria sottolinea di aver “profuso un grande impegno su questa fondamentale riforma, di importanza cruciale per le condizioni e i diritti dei lavoratori e dei pensionati; ha partecipato ai numerosi incontri con la segreteria di Stato per la Sanità, portando sempre il suo contributo e sostenendo con determinazione le sue posizioni di merito, svolgendo un ruolo negoziale e propositivo che ha consentito di migliorare in modo rilevante il testo originario”. Sono, però, “necessari ulteriori aggiustamenti, oltre ad alcuni radicali cambiamenti”.
Nella missiva, la Centrale sindacale unitaria chiede, quindi, di “affrontare l’iter di approvazione del progetto di legge con tutte le modifiche e le integrazioni, così come ampiamente argomentate”.

Entrando nel merito della proposta legislativa presentata in prima lettura, la Centrale sindacale unitaria denuncia come “inspiegabilmente sia stato eliminato un articolo imprescindibile e vincolante, riguardante ‘l’Intervento dello Stato a favore della sostenibilità dei Fondi Pensione'”. Fino all’ultimo confronto intercorso con la segreteria di Stato per la Sanità, “nelle bozze scambiate tra le parti, tale articolo era presente e l’impostazione prevista aveva trovato una sostanziale condivisione da parte delle organizzazioni sindacali”.
Per la Centrale sindacale unitaria, “non è tollerabile che lo Stato copra da decenni integralmente lo sbilancio dei fondi previdenziali di alcune categorie, poi confluite in quella dei lavoratori autonomi, e contribuisca solamente fino ad un massimo del 25% delle entrate allo sbilancio del Fondo lavoratori dipendenti”.

Secondo la Centrale sindacale unitaria, “l’utilizzo del Fondo di riserva deve essere necessariamente accompagnato da un congruo intervento da parte del bilancio dello Stato”. La Csu pertanto chiede con determinazione che “venga ripristinato questo articolo, condizione determinante affinché l’intero progetto di legge possa incontrare una qualche condivisione.
“È responsabilità di tutte le Parti – ammonisce la Centrale sindacale unitaria – garantire che i Fondi Pensione non si esauriscano nell’arco di pochi anni, ma accompagnino le riforme fino alla loro entrata a regime, ovvero fra trent’anni circa”.

La Centrale sindacale unitaria rileva al contempo “la totale assenza di confronto sulla riforma di Fondiss, che dovrebbe essere approvata anch’essa entro fine anno, parallelamente a quella del primo pilastro”. Nonostante ciò, “alcuni articoli fanno espresso riferimento a Fondiss”.
La Centrale sindacale unitaria “ha ribadito come sia inammissibile che i contributi destinati alla previdenza complementare di fatto non abbiano rendimenti, vanificando quindi l’obiettivo prefissato, ovvero che lo stesso Fondiss diventi una concreta integrazione ai rendimenti pensionistici del primo pilastro”.

Uno dei macrotemi fondamentali “riguarda i disincentivi previsti nel progetto di legge per i pensionamenti anticipati, poiché da elaborazioni fatte dalla stessa Centrale sindacale unitaria risultano particolarmente penalizzanti per i lavoratori”.
Inoltre, “devono avere un occhio di riguardo per le lavoratrici madri, per i lavori usuranti e per coloro che devono assistere familiari non autosufficienti”.

E ancora: “Va anche affrontato il tema, congiuntamente alla segreteria di Stato per il Lavoro, delle tutele per coloro che perdono il lavoro in età avanzata. Con riferimento all’aumento dei contributi, la Centrale sindacale unitaria ritiene inaccettabile che lo ‘sconto’ dell’1% per la parte datoriale, previsto attraverso una riduzione delle aliquote da altri fondi attivi, sia riconosciuto a tutti i datori di lavoro, compresi quelli che non ancora rinnovato i contratti, riconoscendo ai lavoratori gli adeguati aumenti retributivi”.

Quale “primo momento di coinvolgimento dei lavoratori su questa delicatissima riforma”, la Centrale sindacale unitaria “ha prontamente convocato l’Attivo generale unitario di quadri sindacali, per l’intera giornata di venerdì 23 settembre, al Teatro ‘Nuovo’ di Dogana”.
Il progetto di legge “verrà illustrato, esaminato e discusso con estrema attenzione e verranno valutate le necessarie iniziative a sostegno delle posizioni sindacali”.

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