San Marino Rimini. Francesco D’Agostino si era ‘svezzato’ a Borgo Maggiore

San Marino Rimini. Francesco D’Agostino si era ‘svezzato’ a Borgo Maggiore

La Voce di Romagna Rimini San Marino: Da bandito a manager della notte /
Chi è D’Agostino. Finì in carcere per una rocambolesca rapina in banca a San Marino con altri complici campani
Poi i quattro contattarono un giornalista e lanciarono una protesta perché nel carcere si soffriva di claustrofobia

Francesco D’Agostino raccontò alla Voce
qualche tempo fa, di essere venuto in
Romagna per aprire un locale e di aver
fatto fortuna con la “pizza con la pummarò
in coppa”. E da lì era iniziata la sua
escalation
. “Tutti affari legali”, giura. Soldi
su soldi che gli avevano consentito di
mettere su un piccolo impero a Gabicce,
dall’hotel Splendid e Rex, al caffè Pascucci,
ai ristoranti Cambusa e Mississipi,
fino a diventare il titolare del night riminese
Lady Godiva. Secondo gli inquirenti
il napoletano era il “salvadanaio”
cui ricorrevano gli imprenditori in difficoltà
della Riviera, tra Marche e Romagna.
Per trent’anni non si è mai sentito
parlare di lui. Per trovare traccia di episodi
che lo riguardano occorre andare
molto lontano nel tempo. E suscitano
qualche perlessità le frequentazioni di
allora, amici con cui D’Agostino dice di
non avere oggi più niente da spartire.
“Peccatucci di gioventù” li ha definiti lui.

Era il 9 settembre dell’81 e insieme ad
altri tre napoletani D’Agostino aveva fatto
irruzione, armi in pugno e colpo in
canna, alla Cassa agricola di Borgomaggiore”
di San Marino. “Non volevamo rapinarla
– ricorda D’Agostino- non sapevamo
neppure quel che stavamo facendo,
venivamo tutti da uno sperduto angolo
di Meridione, non sapevamo neppure
di essere a San Marino e che San
Marino fosse un altro Stato. Quando abbiamo
visto la Gendarmeria l’abbiamo
scambiata per i vigili urbani“ Agli “scugnizzi”
napoletani il colpo non era però
riuscito. I quattro banditi rimasero intrappolati
nella banca, grazie all’audacia
del direttore della banca che li chiuse a
chiave nell’archivio con armi e bottino.
E qualche tempo dopo finirono su tutti
i giornali per aver dichiarato, altra “perla”,
che nel carcere di San Marino si moriva
di claustrofobia
. (…)

Lady Godiva

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