San Marino. Roberto Ciavatta nel 2012 nell’articolo “Rete Vs. Severini”

San Marino. Roberto Ciavatta nel 2012 nell’articolo “Rete Vs. Severini”

L’Informazione: “Rete ‘finanzia’ Severini e invita, per coerenza, a non votare per loro”

Il 26 ottobre 2012 sul sito del Movimento Rete veniva pubblicato, a firma Roberto Ciavatta, uno sdegnato articolo intitolato “Rete Vs. Severini”, dai contenuti in gran parte condivisibile, che merita di essere riproposto quasi per intero: “Dopo il disvelamento dell’immobiliarista di Exit Marco Severini, abbiamo chiesto formalmente alla Segreteria di Stato per gli Affari Interni che lo stesso Severini venisse rimosso quale moderatore di una delle serate di dibattito politico nei Castelli.

La Segreteria ci ha risposto telefonicamente che i moderatori delle serate erano stati scelti a sorteggio in base alle disponibilità pervenute dai giornalisti… ma Severini non è mai stato un giornalista! Il suo blog che inizialmente – a garanzia della sua trasparenza – aveva sede a Montserrat, non è mai stato depositato presso la Segreteria Affari Interni come prescritto dalla legge sull’editoria. Ci è stato riferito anche che ufficialmente non erano pervenute da alcun partito, nonostante le dichiarazioni pubbliche, richieste di rimozione per Severini: ci auguriamo lo facciano in fretta! Qualcosa non torna.

Pare che Marco Severini abbia goduto e goda di sostegni da parte politica: sono note le sue cene e chiacchierate intime con politici nostrani. Ora si sperticheranno tutti nel condannare la scelta di affidare la moderazione di un dibattito a Severini, eppure quando Rete ai primi di ottobre chiese lumi su cosa avesse condotto la Segreteria Istituzionale a contattare Severini, ottenne solo risposte fumose. Rete ha da sempre fatto la scelta precisa di non inviare alcun articolo, commento, comunicazione al sito di Marco Severini: non essendo un giornale perché si dovrebbe inviargli inviti a conferenze stampa o comunicati come fanno tutti, e dico tutti i partiti e le Segreterie di Stato?”

Beh, si direbbe proprio che la politica di Rete nei confronti di Severini sia cambiata negli ultimi tempi, visto che oggi i loro comunicati appaiono regolarmente sul sito giornale.sm, anzi: spesso vengono inviati prima a lui che, per esempio a Rtv, con ampio risalto (noi non facciamo testo in quanto siamo nella loro “lista di proscrizione”, e quanto sia “democratico” e “pacificatore” escludere un giornale dall’invio dei comunicati lo lasciamo decidere al lettore). Quando nel febbraio di quest’anno venne fatto notare con cortesia a Rete questo loro apparente cambio di passo, Matteo Zeppa rispose: “Confermo che la nostra linea non è cambiata. Il fatto di ritrovare nostri comunicati stampa pubblicati da tutti, non significa che a tutti siano inviati”.

Qualche settimana dopo, continuando a vedere i loro comunicati su giornale.sm, vennero interpellati di nuovo e fu risposto quasi con fastidio: “Ci sembra inutile scriverle (nuovamente) che quel blog non è nella mailing list del Movimento. Il comunicato lo potrebbe aver copiato o potrebbe essergli stato inviato da altre testate giornalistiche”.

Avrebbero potuto rispondere che avevano cambiato linea politica, che si erano rappacificati o altro, mentre si è preferito continuare con la menzogna confidando, probabilmente, che il destinatario delle loro rassicurazioni fosse un totale sprovveduto. Ma riprendiamo l’articolo di RETE: – “Che paese è quello in cui le più alte istituzioni non controllano nemmeno a chi inviano inviti alle proprie conferenze? Nemmeno le associazioni da cui provengono i componenti di RETE hanno mai inviato comunicati a giornale.sm (e invitiamo le persone per bene di questo paese a non visitare più il sito, boicottando anche chi continuerà a comprare spazi pubblicitari su esso)”.

Qui raggiungiamo davvero vette degne del teatro dell’assurdo, con una chicca che letta oggi sembra una fake news: Rete invita le “persone per bene” a non visitare più il sito di Severini (e qui un semplice sillogismo potrebbe portare a dire che allora i Retini non sono persone per bene…) ma l’apoteosi è quando si invita a boicottare gli inserzionisti di giornale.sm. Oggi che i banner pubblicitari di Rete campeggiano nella home page del sito (e che compaiono anche interviste a loro candidati) cosa dobbiamo pensare? Che Rete invita a non votare loro stessi? Questo vorrebbe la coerenza se davvero, come venne assicurato da loro stessi, la posizione del movimento nei confronti di giornale.sm non è cambiata 

-“Sul suo sito (di Marco Severini, ndr), ancora oggi, UPR, Moderati, 3.0, PSD e AP comprano spazi pubblicitari. Anche Giochi del Titano (100% dello Stato) e Smac Card gli danno soldi per un blog non riconosciuto. Sono tante le interviste rilasciate da candidati a Marco Severini

A parte le interviste pre-elettorali di questo periodo ricordiamo almeno l’amena intervista fatta a Roberto Ciavatta nel giugno di quest’anno…, ma lasciamo ancora la parola proprio a Ciavatta: “Eppure tutto il paese sapeva, ma mentre RETE prendeva le distanze da questo personaggio e dal suo blog, tutti gli altri, che ora lo condannano, si sono ben guardati dall’accantonarlo! Questo è un ulteriore esempio di come la politica nostrana sia abile a condannare ed attivarsi solo quando non può evitare di farlo. Fino ad allora accetta tutto, è disposta a tutto. (…) Come credere a ciò che promettono in questi giorni nei dibattiti elettorali quando, pur di avere visibilità, non sono nemmeno stati in grado di evitare di inserire un contatto e-mail nei loro invii multipli alla stampa?”

Già, questa è esattamente la domanda che ci si auspica si pongano tutti… domande e proclami che possono essere più pericolosi di un boomerang. Ma il furore di Rete nei riguardi di Severini non si ferma qui, perché circa un mese dopo tornano alla carica: “Prendiamo atto che alla nostra richiesta di presa di posizione netta su Marco Severini nessun partito ha risposto. Ap, Intesa per il Paese, Psd, 3.0, Moderati ancora lo finanziano con spazi pubblicitari sul suo blog” – giustamente scandalizzati e indignati, da persone integerrime come sono (e come proclamano a ogni piè sospinto).

Oggi che i loro banner campeggiano in bella evidenza sul sito in questione, leggere parole come queste non so se faccia più sorridere o arrabbiare. Ah, se qualcuno avesse la curiosità di andare a leggere l’articolo sopra citato, resterebbe deluso: da qualche settimana – guarda caso in prossimità delle elezioni e all’inizio della pubblicazione dei banner di Rete che “finanziano” il sito – la pagina è stata cancellata, con una ennesima dimostrazione di correttezza, di coerenza e di “trasparenza”, per riprendere una delle loro parole chiave.

Al suo posto il messaggio del browser: “This is somewhat embarassing, isn’it?”, “E’ un po’ imbarazzante, vero?”… Già, ha proprio ragione Chrome: è davvero imbarazzante.

 

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