“Questo governo non ha rimpianti a lasciare senza stipendio quaranta famiglie sammarinesi e attingere personale straniero (si dice dai paesi dell’est)”.
È questo il giudizio dell’associazione Salute Attiva, che a San Marino sostiene e rilancia le posizioni di critica alla vaccinazione anti Covid e alla gestione della pandemia, degli emendamenti apportati in Consiglio all’ultimo decreto in tema di Covid.
“Il decreto 182/2021 sull’emergenza Covid – scrive l’associazione – non riporta sostanziali novità e questo è un problema visto che con la campagna vaccinale ci avevano promesso libertà assoluta. La sensazione invece, e questo noi lo stiamo ripetendo da aprile, è che si stia andando verso un inverno non dissimile dagli altri. Vaccinati e non vaccinati si contagiano e contagiano in maniera simile, anche i ricoverati appartengono indistintamente alle sue categorie”. Il riferimento è ad “un cluster in un reparto del nostro ospedale che ha colpito persone vaccinate tra le quali anche i sanitari”.
“Alla luce di tutto questo – si legge ancora – e alla luce di una sanità pubblica allo sfascio, appare ancora più incomprensibile il provvedimento di lasciare a casa i sanitari sammarinesi e sostituirli con sanitari stranieri che godrebbero addirittura di un contratto a tempo indeterminato”.
Il riferimento è all’articolo 3-ter del decreto che autorizza l’Iss alla “emanazione di bandi di concorso internazionali per l’assunzione a tempo indeterminato di personale sanitario e socio-sanitario anche qualora nelle liste di avviamento al lavoro vi sia personale in possesso di qualificate competenze per i relativi profili di ruolo”.
Questi nuovi innesti andrebbero a coprire in parte i posti dei sanitari lasciati a casa in quanto non vaccinati, come previsto dal decreto 97 del 1° giugno 2021.
“Questo governo – attacca l’associazione – non ha rimpianti a lasciare senza stipendio quaranta famiglie sammarinesi e attingere personale straniero (si dice dai paesi dell’est). Pensiamo, in questa scelta incomprensibile, anche a tutti i nostri figli che attualmente stanno facendo corsi di studio in medicina o scienze infermieristiche che alla loro laurea dovranno forse andare a lavorare in Moldavia o in chissà quale paese. Del resto nessuno è profeta in patria!”.
——