San Marino. “Se si proponesse un MetroMonte?” Marino Cecchetti

San Marino. “Se si proponesse un MetroMonte?” Marino Cecchetti

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Marino Cecchetti

“Se si proponesse un MetroMonte?”

Una ventina di anni fa avevamo tre milioni e mezzo di visitatori all’anno. Oggi, poco più della metà? Dato che non siamo in grado di attrarli direttamente – nonostante quell’“Antica Terra della Libertà”! – non ci resta che puntare ancora una volta su un collegamento viario veloce con Rimini. Per intercettare un rivolo del fiume che lì vi arriva. Sì, Rimini, di ospiti, ne ha ancora tanti. Rimini è guidata da amministratori che ce la stanno mettendo tutta per sopperire alla ineludibile défaillance della balneazione. Esemplare il loro impegno per la sistemazione della rete fognaria ormai giunta al traguardo. Hanno accresciuto l’operatività dell’aeroporto e della fiera, hanno rivitalizzato il centro storico, stanno riprogettando l’arenile. A giugno inaugureranno, con Riccione, il Trasporto Rapido di Costa, ribattezzato MetroMare.

Lungo la riviera fin Ravenna ha drizzato le orecchie, visto MetroMare. Aspirano subito a un prolungamento da una parte Bellaria e dall’altra Misano e Cattolica. E si è mosso anche Santarcangelo, denominandosi capofila per i borghi della Valmarecchia.

Noi proporremo MetroMonte? Già una decina di anni fa sia Studio Ambrosetti che McKinsey ci avevano spiegato a suon di milioni quel che tutti già sapevamo e che abbiamo sempre saputo: il collegamento stradale con Rimini costituisce “uno dei peggiori biglietti da visita possibili” per il nostro Paese. Ci stiamo lamentando ormai da mezzo secolo dei semafori e dei limiti di velocità nel tratto Dogana-Rimini. Eppure noi, fra Dogana e Borgo, ancora abbiamo gli attraversamenti a raso!

Il tratto Dogana-Borgo è stato ridotto ad uno stradone di periferia. Da noi stessi. I cattivoni di Rimini – che ci hanno fatto pagare a peso d’oro l’asfalto della Strada di Fondovalle – non c’entrano

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