La Repubblica di San Marino è ormai da qualche decina d’anni senza una vera guida politica. Con amare oggettive conseguenze ben visibili da tutti.
Sarebbe stato possibile, negli anni 2002-2007, trattare direttamente con Bruxelles la modifica dei rapporti stabiliti nel 1991. Invece niente.
Incredibilmente fu sottovalutato l’avvio della procedura di infrazione del Moneyval consegnato personalmente a Strasburgo dai vertici del Consiglio d’Europa al Segretario agli Esteri.
Né a Roma né oltralpe fu messa in atto alcuna reazione verso Forlì davanti il ripetuto arresto di cittadini sammarinesi con modalità da rapimento. Anzi, da San Marino, c’è stata una ‘gara’ fra funzionari e politici a presentarsi in ordine sparso davanti al pm Di Vizio, zelante e spregiudicato avvocato dello Stato italiano, scambiato per un giudice supremo.
Il colmo della latitanza della politica lo si è raggiunto con Delta, il maggior investimento della comunità sammarinese fuori San Marino. Si è assistito passivamente alla distruzione di Delta portata avanti dai commissari e da Sopaf. I commissari nominati a Roma, anziché cedere l’azienda, come era nei loro compiti, ne hanno, di fatto, azzerato il valore, come se fosse stata posta in liquidazione coatta amministrativa. Sopaf, causa di tutti i guai Carisp, è stata addirittura premiata: ha ottenuto i 15 milioni di sovrapprezzo sulla sua partecipazione, con tante scuse per il ritardo.
Con quei 15 milioni, saggiamente spesi, si sarebbe potuto organizzare una difesa e di Carisp e del sistema finanziario sammarinese e della stessa Repubblica a livello planetario.
L’assenza di un nocchiero, cioè di una vera guida politica in questi ultimi decenni, ha dato la possibilità ai poteri forti di utilizzare sempre più il Paese per i propri immediati interessi. Fra detti poteri forti, ha trovato spazio la malavita italiana nelle sue multiformi articolazioni.