La vicenda di Marco Severini accusato dal governo della Repubblica di San Marino di aver recato danno alla Repubblica rilasciando a un giornalista, operante in incognito, affermazioni poco meditate su certe ventilate prassi in ambiti economici, ha avuto almeno un precedente con conseguenze, che, qualche malevolo, potrebbe giudicare ben più gravi per il Paese (poco dopo l’attacco di Fabio Di Vizio tutt’ora in corso).
29 novembre 2007, Alessandro Secciani, ‘Il Giornale.it’.
È qui, nell’antica Repubblica di San Marino, che i capitali che non amano i
riflettori possono dormire sonni tranquilli: per fare un esempio, i giudici
italiani possono avere notizie sui conti correnti aperti sulla vetta del monte
Titano, ma solo se hanno informazioni di reato notevolmente gravi su una persona
o una società. E i reati fiscali non sono tra questi, ci fanno sapere i
funzionari di Banca Asset, che ha tra i suoi fondatori Antonio Valentini, il
presidente della Banca centrale sanmarinese. Che dà anche qualche consiglio
pratico a chi volesse approfittare della riservatezza degli istituti di credito
del suo Paese, dove chiunque può aprire un conto presentandosi con qualsiasi
cifra in contanti. La dogana non c’è, ed è molto improbabile che la Guardia di
finanza si metta a far posti di blocco sull’A14, l’autostrada del mare delle
famiglie italiane.
Ma anche se fosse, Valentini avvisa che ‘la Guardia di
finanza può ispezionare l’auto, le borse e i bagagli, ma non può fare
perquisizioni personali. Noi consigliamo di tenere il denaro addosso’. E una
volta al sicuro nelle banche della Repubblica, il denaro può partire senza che
lo sappia nessuno verso qualsiasi destinazione, paradisi fiscali off-shore
compresi.
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l’intero articolo di Alessandro Secciani, ilgiornale.it
il comunicato di smentita di Banca Centrale della Repubblica di San Marino
la ‘correzione’ dello stesso Alessandro Secciani