Si fa sempre piu’ ripida la strada che dovrebbe condurre la riforma
tributaria nel prossimo e ultimo Consiglio grande e generale della
legislatura.
Ne parla l’Agenzia Dire-Torre1
Cosi’ la posizione del capogruppo dei socialisti e democratici, Claudio
Felici, appare un perentorio aut-aut: “O c’e’ condivisione generale
sulla riforma tributaria-
sintetizza- o fare forzature e’ pericoloso”.
Parole che fanno in sostanza desistere a procedere anche i sostenitori
piu’ convinti, Ap e Pdcs. A rappresentare il primo partito del Patto,
nell’incontro di oggi, e’ Teodoro Lonfernini
che ne riassume le
conclusioni: “Upr, Su, Moderati e socialisti chiedono di portare
all’esame solo stralci della riforma che, per noi, e’ invece
indispensabile in toto”. Mentre da parte dell’asse con il Psd “c’e’
ancora confusione”, chiosa. Prima di arrivare alla decisione finale di
inserire o meno all’ordine del giorno la riforma, che sara’ presa
venerdi’ dall’ufficio di presidenza, si susseguiranno altri incontri tra
Dc-Ap-Ns e Psd per dipanare le nebbie.
Ma alla fine dei conti, “non vogliamo trovarci- conclude Lonfernini- di fronte a guerre
puniche
nel Consiglio dello scioglimento”. Parole che suonano come preludio
alla resa. Anche il capogruppo di Alleanza popolare, Roberto Giorgetti,
respinge l’ipotesi di approvare solo
stralci di riforma:
“Tecnicamente non si puo’ fare, salterebbero fuori solo dei pastrocchi”.
Sarebbe quindi opportuno, ribadisce, portare in Aula la riforma intera,
“ma se proprio non la si vuole fare- ammonisce- ognuno si prendera’ le
sue responsabilita’”.
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