Rassegna Stampa – Per CSdL, CDLS e USL un buon contratto Sull’Allegato 2 “Il governo ha cambiato rotta in corso di trattativa Ora sarà tutto da rifare ma in tempi brevi”
ANTONIO FABBRI. “Siamo riusciti a far sedere al tavolo il governo e a portare a casa un contratto, che era scaduto dal 2012, e che a nostro avviso è dignitoso”. Così esordisce Milena Frulli Segretario della federazione pubblico impiego della CDLS. Le fa eco Simona Mazza, pubblico impiego USL: “Sicuramente – dice – è una buona base di partenza considerato che da anni non veniva adeguato e non si poteva ulteriormente attendere. Siamo riusciti a portarlo in linea con i contratti del privato. Ora occorrerà da subito lavorare su altri argomenti da definire, come le contrattazioni di secondo livello. Siamo riusciti comunque a sanare tutte le situazioni in sospeso che si erano venute a creare”.
Antonio Bacciocchi, feder pubblico impiego della CSdL, sottolinea la genesi storica della contrattazione, partita da quando era stato stabilito il blocco delle assunzioni, “che ha causato una delle piaghe più gravi, quella del lungo precariato, in particolare per i giovani. La lunga trattativa che ha portato alla firma, è partita proprio da lì”, spiega.
“Trattandosi di una mediazione è evidente che ci possa essere qualche parte non pienamente soddisfacente – ha spiegato – ma riteniamo che il lavoro fatto sia stato portato avanti seguendo un principio di onestà e cercando di avere un regime unico per tutti i dipendenti pubblici. Questa nuova impostazione ha superato il contratto privatistico e c’è regime unico regime per tutti i dipendenti. Tutti hanno gli stessi diritti normativi e retributivi”.
Entra poi nel dettaglio di alcuni aspetti specifici, tra questi quello, in ambito disciplinare, di un “organismo di terza istanza. Prima dei ricorsi amministrativi nei confronti dell’amministrazione, laddove ad esempio vi siano sanzioni disciplinari, viene istituito un luogo in cui si cercano di eliminare contrasti, prevedendo ricorsi. Lo riteniamo un aspetto molto importante. Con questo contratto si è ottenuto un aumento in linea con il settore privato e non è risultato da poco. Comunque è nostro impegno, adesso, non lasciare morire il lavoro fatto limitandoci solo a questa firma, ma lavorarci da subito per il prossimo conratto.
Milena Frulli elenca alcuni articoli che vanno a migliorare il part-time e l’aspettativa post partum a tutela della famiglia e della maternità. “Part-time post partum non solo a 18 ore, ma con possibilità di scegliere tra 18, 24 o 30 ore per andare incontro a neo mamme e neo papà”. Quindi l’aspettativa post partum che era stata ridotta, con la normativa precedente, a 61 giorni, mentre è stata riportata a 91, mantenendo la titolarità dell’incarico.
Oltre a questo l’aspettativa per gravi motivi famigliari. “Siamo riusciti a mettere nel rinnovo – spiegano i Segretari del pubblico impiego – che per gravi motivi famigliari si intendono tutti quelli certificati da un medico. Novità anche il fatto che la certificazione possa essere fatta anche dal medico curante italiano se il famigliare che necessita di assistenza sia italiano o residente in Italia”.
Il Segretario generale della CSdL Enzo Merlini ha sottolineato, invece, che a un certo punto della trattativa sono dovuti intervenire proprio i tre Segretari generali perché alcuni aspetti avevano un impatto sulla contrattazione nazionale. Nello specifico il ribasso della retribuzione dei neo assunti “barattato” con i diritti acquisiti.
“Ci siamo fortemente opposti a questa logica che proponeva il governo”, ha detto Merlini, e la posizione iniziale dell’esecutivo è stata rivista. Poi la stabilizzazione automatica dopo tre anni e il no al licenziamento in caso di esuberi, che invece l’Esecutivo voleva introdurre. Licenziamento al posto del quale è invece prevista, ora, la ricollocazione grazie al nuovo contratto.
Francesca Busignani dell’USL ha dal canto suo tenuto a ringraziare i funzionari sindacali e i quadri. “E’ un lavoro che a volte si dà per scontato, ma è invece necessario dare merito a chi ottiene determinati risultati”. Ha quindi sottolineato l’aumento economico, aspetto non secondario dato che era inizialmente stabilito un aumento più basso rispetto a quello ottenuto nel settore privato.
Gianluca Montanari, segretario generale della CDLS ha detto: “Tutto sommato è un buon contratto. C’è il rammarico su alcune criticità, ma non è esclusa contrattazione di secondo livello”. Fatta la firma i lavoratori dovranno votare. Resta in sospeso, perché stralciato, l’Allegato 2. A questo punto, chiariscono i sindacati, andrà riaperto ripartendo da zero il confronto sul tema dei lavoratori della scuola. Qui però il sindacato chiarisce alcuni aspetti e il Segretario della CSdL Enzo Merlini non nasconde il sospetto, che per come è stato trattato dal governo, sia stata una “trappola” per il sindacato stesso.
Inizialmente la contrattazione Pa era uguale per tutti, insegnanti compresi. “Poi a un certo punto il cambio di rotta del governo” e la comparsa dell’Allegato 2. “A un certo punto il governo ha ritenuto che per il corpo docente e gli educatori non dovessero valere le stesse regole, ma dovessero esserci regole di ingaggio diverse”, ha ricostruito Merlini. Il governo non voleva per la scuola le stabilizzazioni automatiche, hanno spiegato i sindacati. A quel punto i sindacati hanno chiesto di stralciare il famigerato Allegato 2, “ma i Segretari di Stato hanno risposto che l’Allegato 2 non era stralciabile. Poi è successo che alcuni insegnanti sono andati direttamente dai Segretari di Stato e da Segretari di partito e come per magia l’Allegato 2 è diventato stralciabile”, hanno ricostruito i sindacati. Insomma, il tavolo della contrattazione è stato alla fine scavalcato.
Di certo l’operazione di stampo governativo ha tutta l’aria di un “trucco” da campagna elettorale, ma tant’è…
Sulla parte, molto contestata dai docenti nelle loro lettere inviate ai giornali, circa la discriminazione della maternità, il sindacato ha chiarito che il computo della maternità nel tempo del periodo di prova, non può essere derogato, poiché previsto per legge per tutto il settore pubblico e, quindi, anche per la scuola, dunque non derogabile dall’Allegato. “C’è stata una incomprensione – hanno chiarito i sindacati – Eravamo dunque consapevoli che il problema non ci fosse, ma nella seconda stesura dell’allegato abbiamo comunque ritenuto di inserire la specificazione per superare le incomprensioni”. Adesso comunque, sarà tutto da rinegoziare e occorrerà una nuova contrattazione per la scuola, “ma in tempi brevi – avverte il sindacato- al massimo entro febbraio, affinché anche questi lavoratori abbiamo i dovuti aggiornamenti contrattuali”, hanno detto le forze sindacali che ci hanno tenuto a sottolineare, a scanso di equivoci, come il loro lavoro sia esclusivamente a tutela e sostegno dei lavoratori.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23