Il movimento civico Rete condivide la rabbia dei commercianti soprattutto per la mancanza di confronto, l’indifferenza dei politici e per le questione legate all’operatività della Smac.
Così un folto gruppo di commercianti esasperati dall’assenza di soluzioni per il loro comparto, ha deciso di abbassare le serrande e scendere in piazza durante l’ultima seduta del Consiglio Grande e Generale: inutile dire che il governo aveva promesso anche a loro incontri mai avvenuti. La goccia che ha fatto traboccare il vaso è la SMAC*, percepita come un ulteriore inghippo burocratico ed operativo anziché un incentivo alla trasparenza e alla competitività. (…)
Già durante la discussione in Consiglio per la riforma fiscale, avevamo sostenuto con forza che il governo avrebbe dovuto concordare con le banche delle tariffe fisse e accessibili per la fornitura del servizio di POS per la SMAC. Se tu Stato rendi obbligatorio uno strumento, non puoi farmelo pagare 300/400 euro annui (che sostituiscono di fatto l’eliminazione della minimum tax in finanziaria). Inoltre, perché il governo non ha attivato modalità di esecuzione della SMAC meno invasive? Non è giusto che i commercianti si facciano carico dell’improvvisazione del governo, come non è giusto continuare in questo tira e molla infinito per cui la certificazione puntuale dei ricavi non viene controllata. (…)
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