San Marino. Stefano Spadoni (Labdem), La Serenissima. Intervista di Stiven Ciacci

San Marino. Stefano Spadoni (Labdem), La Serenissima. Intervista di Stiven Ciacci

Stiven Ciacci – La Serenissima

L’INTERVISTA. Il coordinatore dell’associazione Laboratorio Democratico a tutto campo: i referendum, le prospettive politiche e le elezioni

“Il Tavolo Riformista deve definire la sua identità”

(…) Una volta formato il nuovo soggetto unico, come sarà il rapporto con la Dc? Per LABDEM è arrivato il tempo di dare sostanza ad un sistema politico moderno basato sull’alternanza di governo tra progressisti e conservatori. Il governo delle larghe intese rappresentato da Bene Comune non ha dato risposte adeguate alle reali esigenze del Paese. Dopo quasi quattro anni dall’inizio della legislatura, è il momento di prenderne atto. Serve una svolta sul piano politico, una svolta che potrà essere impressa solo da una nuova coalizione a trazione riformista. Sono giovane, ma in famiglia sento parlare spesso dell’esperienza del “governo delle sinistre” che ha guidato San Marino dal 1978 al 1986. Ebbene, ancora oggi sono tanti i sammarinesi che riconoscono a quel governo il merito di aver concretizzato uno dei processi riformatori più significativi della storia del nostro Paese. I numeri consiliari erano risicatissimi, ma c’erano unità di intenti e coesione sul piano politico e progettuale, c’erano energia, determinazione, coraggio e passione. La volontà di cambiare le cose prevaleva sui tatticismi e sugli istinti conservativi e reazionari. Questo è lo spirito che dovrà caratterizzare la coalizione a guida riformista nella prossima legislatura, altrimenti l’insuccesso sarà assicurato. Tuttavia, tengo a puntualizzare una cosa: LABDEM è assolutamente consapevole che sia molto difficile non fare i conti con il partito che ancora oggi rappresenta la maggioranza relativa in Consiglio. Questo per dire che al di là degli schieramenti di riferimento, che potrebbero essere differenti, con la Dc sarà indispensabile mantenere aperto un canale di dialogo e di confronto per affrontare le riforme strutturali di cui il Paese ha bisogno e che a questo punto dovranno essere varate inevitabilmente nella prossima legislatura.(…)

 

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