Invano si è urlato allo scandalo quando i governanti della Repubblica di San Marino impostarono e realizzarono la Strada di Fondovalle per favorire la speculazione edilizia (in particolare Wtc).
Anche da Rimini si levarono proteste. Pure invano.
Fu scritto: San Marino e Rimini, mettendo assieme le loro migliori intelligenze progettuali,
hanno inventato una strada sul letto di un torrente, il Fosso Marignano, nel tratto lungo il confine. Che è
anche confine di Stato. In conclusione, alla speculazione edilizia in territorio
sammarinese, sta dando una mano proprio Rimini. Intendo Rimini in quanto Comune,
col beneplacito, presumo, della Provincia di Rimini, della Regione Emilia
Romagna e – trattandosi di confine fra Stati – dello stesso Stato italiano.
Comune di Rimini e Regione Emilia Romagna diedero l’ok senza avere l’autorizzazione del competente Ministero? Allora era stato espresso un dubbio non raccolto da alcuno. Ora è una certezza, a leggere la risposta data ieri a una interpellanza.
San Marino come ha potuto eseguire dei lavori a confine senza prendere contatti col competente Ministero Italiano, passando attraverso il Ministero degli Esteri?
Ieri in Consiglio, Matteo Fiorini, segretario di Stato per il Territorio: “La strada è pronta ma essendo a cavallo tra due Stati prima di aprirla occorre definire con precisione le varie competenze. La prefettura e la Provincia di Rimini devono aspettare il nulla osta da parte dei ministeri dell’Interno e degli Esteri, che dovrebbe tardare poco. Il ritardo nell’apertura è dovuto a questo”.