San Marino. Sulla querelle Negri Pazzini e intervento Dc. Roberto Ciavatta, Rete

San Marino. Sulla querelle Negri Pazzini e intervento Dc. Roberto Ciavatta, Rete

La querelle tra il vescovo Negri e il segretario di LGBT San Marino (nonché membro del movimento civico RETE) Michele Pazzini, mi stimola un intervento.
Sono ateo e anche un po’ anticlericale, quindi sono di parte allo stesso modo in cui lo è, per definizione e dalla parte opposta, il vescovo Negri.
Nonostante il mio essere “dalla parte opposta” rispetto alle sue opinioni, credo che Negri abbia ogni diritto di sostenerle con forza, allo stesso modo in cui ce l’ho io: questo è il succo della democrazia, il fatto che lo Stato, con essa, diviene uno spazio neutrale di discussione tra valori e fedi differenti.
Stimola invece il mio intervento la reazione dei consiglieri DC. Mi spiego.
Alcuni consiglieri democristiani hanno votato, in libertà di coscienza, a favore di un’istanza. Alle prime condanne del vescovo, però, hanno fatto dietro front. Com’è possibile? Dovrebbero conoscere, senza che sia il vescovo a ricordargliele, le posizioni della chiesa… qualcosa non torna, e non torna il ruolo della politica (perché il problema è politico, non già religioso).
Per evitare di essere additato come autore interessato, cercherò di tracciare il ruolo della politica citando a piene mani le riflessioni scritte dal filosofo Salvatore Natoli sul quotidiano “Avvenire”. Partendo dal medioevo.
Nel medioevo i concetti di bene, natura e cristianesimo coincidevano. Dunque il politico, per perseguire il bene, doveva favorire le conversioni e la dottrina della chiesa. Le lotte di religione che seguirono a tale atteggiamento indussero la politica a cambiare il proprio fine: non più la verità cristiana (vista come la realizzazione del bene, che però condusse al disastro) ma la pace!
Cito Natoli: “È stata necessaria una terribile, sanguinosa, crudele lotta intracristiana per accedere al riconoscimento della legittimità di opzioni diverse. Il moderno nasce, infatti, rinunciando alla verità per la pace. Di qui la necessità di elaborare regole comuni di convivenza, tramite cui neutralizzare il conflitto”. Le regole (leggi) devono insomma creare uno spazio neutro (lo Stato) che permetta ad ognuno di vivere secondo le sue convinzioni: è la definizione di democrazia citata precedentemente!
Negri ha quindi il diritto/dovere di considerare i gay un’aberrazione della natura, di condannarli e di cercare di convincere la gente (rientra nel suo ruolo di “pastore”, sic) delle sue ragioni usando ogni pretesto per punirli. Anche il pretesto di questa istanza d’Arengo che, a veder bene, non è prerogativa delle coppie gay: se io voglio convivere con un amico italiano per dividere le spese, pur essendo etero, non potrei ugualmente farlo.
Lo Stato non può! Lo Stato per suo statuto deve evitare che le verità di taluni, fossero anche il 99%, si mutino in vincolo per gli altri. Il consigliere ha il dovere di non tener conto delle opinioni di qualsivoglia parte della società nel momento della sua decisione legislativa, non può permettere che i valori in cui crede in privato intralcino l’imparzialità richiestagli in parlamento, dove deve legiferare non per favorire dei valori parziali ma per rendere possibile la coesistenza pacifica di persone con valori, etiche e gusti differenti.
In quest’ottica i consiglieri DC o non conoscono la dottrina della chiesa (e allora truffano l’elettore), o sono convinti della bontà dell’istanza d’Arengo di Pazzini ma si vendono in cambio di voti (allora venderebbero anche la loro madre per un vantaggio personale), oppure non capiscono la differenza tra fede e politica, laicità dello Stato e valori cristiani, opinione personale e obbligo elettorale di permettere con la legge che ognuno possa vivere secondo i suoi valori: cristiani, dark, musulmani, gay, vegani e chi più ne ha più ne metta, a patto che (unico vincolo democratico) non siano lesivi nei confronti degli altri. E non è questo il caso.
Se i nostri consiglieri avessero seguito i lavori di AltreMenti festival 2012 sulla diversità, avrebbero meglio inquadrato il motivo del contendere.
Potranno rimediare nell’edizione 2013, quando a Rimini si parlerà di democrazia.
Roberto Ciavatta
Movimento Civico RETE

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy