San Marino. Sviluppo: l’economia reale quale fondamento della nostra societa’, Biordi (Usl)

San Marino. Sviluppo: l’economia reale quale fondamento della nostra societa’, Biordi (Usl)
COMUNICATO STAMPA
SVILUPPO.  USL, BIORDI: “L’ECONOMIA REALE QUALE FONDAMENTO DELLA NOSTRA SOCIETA’”
L’economia reale alla base del rilancio e dello sviluppo della Repubblica, per cui il sistema finanziario al suo servizio. L’Unione sammarinese dei lavoratori lancia la sua sfida per una “San Marino del futuro” da fondare sul lavoro e sul dialogo sociale. Dunque anche su un nuovo modello sindacale che veda tutti concorrere a un unico obiettivo. Ma soprattutto sullo stato di diritto e su regole certe. Perché solo così, sottolinea il Segretario Generale Francesco Biordi, “saremo in grado di attirare grandi capitali e importanti investitori”.
•    Segretario Biordi, che momento storico sta vivendo la Repubblica di San Marino?
Nella nostra amata Repubblica stiamo affrontando, come non era mai successo prima, sfide occupazionali e sociali sotto forma di povertà da lavoro, lavoro precario, tendenza ad abbassare le retribuzioni, esclusione sociale e disoccupazione di lungo periodo. E quando l’occupazione viene messa in discussione le famiglie e le nostre comunità ne portano le conseguenze. Insomma non è un bel periodo, ma noi dell’Usl restiamo ottimisti perché, come diceva anche Albert Einstein, “è dalle grandi crisi che vi è possibilità di rinascita”.
•    Come si esce da una crisi che sembra continuare a rinnovarsi?
In primo luogo è evidente la necessità di recuperare fiducia dai cittadini, in particolare dalle giovani generazioni, e di affrontare le crescenti disuguaglianze che oggi esistono non soltanto in termini di reddito e benessere, ma anche in relazione all’istruzione, la salute, l’abitazione e l’accesso al credito.  Ma è anche giunto il momento di mettere l’economia reale al comando dell’economia della Repubblica di San Marino, e il sistema finanziario al suo servizio. Dobbiamo mettere al centro delle decisioni politiche gli investimenti produttivi nell’economia reale, creando così un ambiente favorevole alle imprese sostenibili che promuovono innovazione, ricerca, sviluppo e cultura.
•    Nell’agenda del governo ci sono tutta una serie di riforme, tributaria, della Pa, del mercato del lavoro. Le critiche non sono mancate. Qual è la posizione dell’Usl?
Occuparsi delle criticità di breve periodo richiede un consolidamento fiscale che sia socialmente responsabile. Per cui, in riferimento per esempio alla riforma tributaria, non si può parlare di equità se a monte non c’è un accertamento reale dei redditi. Così come per la riforma della Pubblica amministrazione occorre puntare decisamente sul merito. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il cosiddetto Decreto Mussoni è prodromo alla riforma, che dovrebbe vedere messe in campo sinergie forti tra le parti sociali e quelle economiche.
•    E per quanto riguarda il rinnovo dei contratti scaduti?
La nuova contrattazione deve basarsi su un filo comune tra datori di lavoro e lavoratori e non essere ancorata semplicemente all’inflazione, ma deve vedere premiata l’assunzione di responsabilità ed i risultati raggiunti. Tutto ciò, in funzione di una  condivisione, che vede al centro i  “piani industriali e gli obiettivi da raggiungere”, fra chi offre lavoro e chi lavora, con pari dignità.
•    L’Usl pensa a  un nuovo modello sindacale?
Siamo semplicemente convinti che per poter dare vita al genere di politiche che conducono verso modelli più efficienti di crescita e di lavoro motivante è necessario adottare un nuovo atteggiamento mentale, di ricerca del bene comune. Vanno intesi nello stesso senso gli obiettivi di chi dà lavoro e di chi offre lavoro. Il nostro sindacato pensa insomma a modelli di crescita trainata dai redditi; a fare della piena occupazione una priorità macroeconomica essenziale; a concentrarsi anche sulle piccole e medie imprese. Ma è altrettanto importante promuovere il dialogo sociale, l’autonomia della contrattazione collettiva anche di secondo livello, incentivando un maggiore legame tra le retribuzioni e i risultati raggiunti.  Insomma fare leva sullo stato di diritto, rispettare le norme del lavoro e creare un sistema di protezione sociale di base per tutti. Tutte queste politiche devono essere sostenute da un sistema fondato su delle regole certe e coerenti. Infatti nell’attuale modello macroeconomico regole e certezze sono da ritenersi veri volani di attrazione di grandi capitali e di importanti investitori.

Repubblica di San Marino, 22 settembre 2011
UFFICIO STAMPA USL

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy