Il discorso sulla Spending review, dopo la prima lettura della relazione dei cinque saggi, si complica e probabilmente, nel prossimo Consiglio Grande e Generale di giugno, i consiglieri potranno sentire le grida di protesta fuori da Palazzo. I settori maggiormente colpiti saranno, con tutta certezza, Sanità e Istruzione, ma anche gli stipendi di Banca Centrale subiranno un’inflessione.
San Marino Oggi: Spending review: si preannunciano proteste da tutti i settori
Da una prima lettura della relazione dei cinque saggi (quattro di maggioranza e uno di minoranza) i punti dolenti relativi al Bilancio dello stato e dove oltre a quale misura intervenire sono praticamente gli stessi che da sempre i cittadini hanno rilevato. Unica perplessità è che, seppur sapendo, poco o nulla si è fatto per cercare di cambiare.
È questo in sostanza il commento generalizzato. In sostanza le 279 pagine piene di rilievi e critiche sono sul piano politico “pesanti”. Non ci sono molte cifre, meglio non sono indicati dettagliatamente gli importi che dovrebbero essere tagliati. Segno che lo stesso Team della Spending Review non sapeva bene come comportarsi. Infatti, un conto è calcolare freddamente le cifre in sovrappiù, un conto è come comprendere se una incisione più o meno profonda possa incidere poi sul servizio.
Sia in tempi brevi sia in tempi lunghi. Casi eclatanti la Sanità e l’Istruzione.
In dicembre, nel corso del dibattito sulla Finanziaria, il segretario Francesco Mussoni aveva già optato per un diminuzione attorno ai due milioni. Ora il Gruppo spending parla di 5,5. Il gruppo ha esaminato il bilancio dello Stato dopo l’avvento della Finanziaria. Quindi 2 + 5,5 fa 7,5 milioni di spese da eliminare. Tradotto potrebbe significare la chiusura del welfare sammarinese, a mare gli accordi con gli ospedali italiani e con le regioni limitrofe.
Stesso discorso va in campo anche per la scuola. (…)