La Serenissima. Telecomunicazioni, una lunghissima storia di ingerenze a tutela dell’arcaico monopolio
ENRICO LAZZARI – “Si invitano gli onorevoli segretari (di Stato; ndr) a farsi promotori di una pausa di riflessione…”. Era il 9 giugno del 2005 quando Andrea Cendali Pignatelli, nel pieno della riorganizzazione del mercato Tlc del Titano, che avrebbe visto da lì a poco la rottura del monopolio di fatto che vedeva la Telecom dominare, chiedeva al governo sammarinese “una pausa di riflessione”. Un appello, un invito, questo del vertice di Intelcom, oggi Telecom Italia San Marino, messo nero su bianco in una lettera inviata all’intero esecutivo, che formalmente non venne mai accolto. Ma, nel concreto, la situazione non cambiò. Se non per un breve lasso di tempo, quando sul mercato si affacciò “Prima”, che non ebbe vita facile e, “sgambetto” dopo “sgambetto” – come denunciò pubblicamente il magnate Simon Murray, che deteneva il controllo della Smt, titolare del brand “Prima” -, chiuse i battenti ripristinando l’apparentemente inviolabile monopolio. (…)
Articolo tratto da La Serenissima
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