San Marino, timori di investitori esteri

San Marino, timori di investitori esteri

Secondo la Tribuna Sammarinese, molti imprenditori italiani con aziende nella Repubblica di San Marino, in assenza dell’approvazione definitiva delle
modifiche all’accordo contro le doppie imposizioni (secondo il più recente standard Ocse), temono di dover pagare imposte sui redditi sia a San Marino che in Italia, per l’entrata in vigore di nuove norme in materia (Cfc: Controlled Foreing
Company).

Un dubbio
che considerati i rapporti
con il Ministero dell’Economia,
con l’Agenzia
delle Entrate e con la
Guardia di Finanza, non
può avere che una risposta
ancora una volta non
favorevole per San Marino.
E’ molto alto il rischio
quindi che numerose
(ed importanti) società
con sede a San Marino
debbano far rientrare
i redditi prodotti a San
Marino nelle dichiarazioni
delle controllanti
italiane, questo perché
ricadono nella fattispecie
di controllate di
aziende italiane, oppure
di aziende che svolgono
in via semiesclusiva attività
con una singola
azienda italiana, tali da
considerare l’esistenza
del ‘passive income’
(redditi prodotti senza
un’effettiva azione imprenditoriale).
Una
preoccupazione che ha
già mosso alcuni commercialisti
sammarinesi
alla ricerca di delucidazioni
per conto dei loro
clienti, ma che se venisse
confermata, magari
con l’inserimento di San
Marino nella lista dei
Paesi in cui il regime delle
Cfc è attivo, porterebbe
un danno molto consistente
sia per le imprese
già operative, che per
la possibilità di sviluppare
nuovi investimenti
provenienti dalla vicina
Italia.
Di fatto le imprese
sammarinesi considerate
Cfc, dovrebbero pagare
le imposte anche in
Italia.

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