“I soldi della mala si comprano a San Marino“, così ha titolato giovedì 14 un articolo Sergio Rizzo su Corriere della Sera SETTE.
Ed ha spiegato. San Marino da paradiso della libertà si è trasformato in paradiso fiscale. Dove adesso è in atto una lotta fra il bene ed il male. Fra chi vuole fare tornare la Serenissima Repubblica un Paese normale e chi non ci pensa proprio a smettere di usare San Marino come lavatrice per i soldi, senza curarsi troppo della loro provenienza.
La verita è che più che un pezzo di Romagna o Montefeltro, questo assomiglia ormai a un pezzo della Calabria martoriata da speculazione edilizia, clientele, assistenzialismo e criminalità.
E a conferma cita quanto affermato dal prof. Renato Clarizia in occasione della presentazione del bilancio 2011 di Banca Centrale: “Si sono progressivamente affermati comportamenti sempre meno rispettosi di quei valori etici sui quali deve fondarsi la società. Ne è conseguito un aumento esponenziale di pratiche non solo poco rispettose di quei valori, ma anche della legalità stessa, fino all’ingresso della criminalità organizzata nei sistemi finanziari, creditizi ed economici“.
Leggi l’articolo di Sergio Rizzo di Corriere della Sera SETTE pubblicato sabato 16
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