San Marino. Un voto? 200 euro. Patrizia Cupo, Corriere Romagna San Marino

San Marino. Un voto? 200 euro. Patrizia Cupo,  Corriere Romagna San Marino

Patrizia Cupo di Corriere Romagna San Marino: L’esposto del Psd è stato depositato mercoledì mattina: «Le segnalazioni sono diverse e non convergono tutte. Vogliamo fermare il sistema» /
«Un voto si compra per 200 euro» /
Il segretario Giovagnoli: «Ma i partiti hanno finito i soldi e chiedono lo sconto famiglia»

«Diversi simpatizzanti
del partito
sono stati avvicinati
da alcuni nostri
avversari politici»

Il commissario
della legge Di Bona ha
aperto un fascicolo per
attentato alla libertà di
voto: sentiti dieci testi

SAN MARINO. Duecento euro per un voto, ma lo
sconto per l’intera famiglia (segno che pure i partiti
hanno finito i soldi).
Tanta la carne sul fuoco
per l’inchiesta sul voto di
scambio che, dopo l’ultimo
esposto presentato
dal Psd, ora si allarga. Alla
denuncia dei Socialdemocratici
si aggiungono
alle almeno due segnalazioni
che avevano già
portato, oltre un mese fa,
all’apertura dell’indagine
in capo al commissario
della legge Laura Di
Bona: l’esposto è stato depositato
mercoledì mattina,
ed entro breve il giudice
chiamerà a testimoniare
il segretario politico
del partito, Gerardo
Giovagnoli firmatario
della denuncia. I casi
chiamati a esempio sono
tanti, rivela Giovagnoli, e
colpirebbero più di un
partito: «C’è la forma diretta,
ossia quella del pagamento.
Diversi nostri
aderenti ci hanno confessato
di essere stati avvicinati
da avversari politici
i quali avrebbero offerto
loro poche centinaia di
euro per cambiar voto.
Ma uno sconto per il voto
dell’intera famiglia».
Come a dire: portare al
partito “corruttore” 10
voti, non si avranno indietro
2mila euro, ma meno,
e la crisi economica
colpisce pure il voto di
scambio. Alla forma diretta,
si aggiunge poi
quella indiretta. «Sappiamo
di offerte per viaggi
pagati per i sammarinesi
che vivono all’estero», rivela
Giovagnoli aggiungendo
che le segnalazioni
vengono «da oltreoceano
e sono diverse».
Tra gli accusati (ovviamente,
per il Psd) non ci
sono gli alleati di coalizione
Dc e Ap, ma Giovagnoli
si tiene cauto anche
ad accusare gli avversari:
«Le segnalazioni sono diverse
e non convergono
tutte», dice lui. Ora, dicono
dal Psd, l’esposto valga
se non a scovare i “corruttori”,
almeno a fermare
il sistema. «La nostra
speranza è che almeno
l’esposto funga da deterrente».
(…)

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy