San Marino. Uno di Noi: “Un patto di corresponsabilità scuola-famiglia”

San Marino. Uno di Noi: “Un patto di corresponsabilità scuola-famiglia”

“Un patto di corresponsabilità scuola-famiglia”

Questa la proposta che arriva dall’Associazione Uno di Noi.

Guidate da questo titolo, tante sono state le persone che venerdì sera, 20 gennaio, sfidando il freddo polare e l’allerta neve in corso, sono uscite di casa per recarsi alla Sala Montelupo e partecipare alla serata pubblica organizzata dall’Associazione Uno di Noi. L’evento, patrocinato dalla Segreteria di Stato per la Giustizia e per la Famiglia, è iniziato con il messaggio di benvenuto della Presidente dell’Associazione Culturale, che ha sottolineato come questa iniziativa faccia seguito all’Istanza d’Arengo di cui l’Associazione si è fatta promotrice per l’introduzione, anche a San Marino, del “consenso informato preventivo dei genitori” ogni qualvolta vengano inserite nei programmi scolastici dei figli, attività curricolari ed extracurricolari che attengono a temi educativi sensibili (relativi alla sfera etica, sessuale, affettiva e religiosa), a salvaguardia della libertà di educazione dei genitori, coerentemente al primato educativo della famiglia riconosciuto dall’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e dal nostro diritto di famiglia. L’emergenza è confermata dalla legge n. 127 del 7 settembre 2022, che, pur avendo ad oggetto l’aborto, all’art. 3 intitolato “prevenzione delle gravidanze indesiderate ed educazione sessuale”, ha gravemente minato questo primato educativo. A seguire, con il prof. Gabriele Raschi, docente sammarinese nonché membro del Comitato sammarinese di Bioetica, come moderatore, sono intervenuti i due illustri relatori: Padre Giorgio Maria Carbone e la dott.ssa Giusy D’Amico. Il primo, a dispetto dell’abito talare, ha utilizzato argomenti di scienza e di empirica evidenza per dimostrare, anche attraverso la proiezione di slide e di foto, come e quando si formi la vita umana, come la sessualità sia cromosomica, gonadica, fenotipica e psicologica, per cui non può essere ridotta ad una semplice, quanto mutevole, percezione di sé, quasi che il corpo non ci identifichi ma sia semplicemente qualcosa che possediamo (e che quindi possiamo modificare a piacimento, nell’illusione, indotta ad arte da chi specula sulla cosiddette “transizioni di genere”, di poter essere altro). L’ideologia del “gender” nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna, prospetta una società senza differenze di sesso, svuota la base antropologica della famiglia, induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene così consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. Padre Carbone ha sottolineato come non educare i giovani al bello, al vero, ad accogliere la realtà umana per quello che è, porta a costruire dei fantasmi o dei costrutti per i quali l’essere umano femmina e l’essere umano maschio sono delle costruzioni culturali e non dei dati di realtà. Associazione Uno di Noi, Via G. Babboni n. 17 Serravalle www.unodinoirsm.org – info@unodinoirsm.org La seconda, in modo complementare all’intervento che l’ha preceduta, ha invece rivolto un accorato invito affinché tra i genitori, troppo spesso disinteressati all’educazione dei loro figli e pronti a delegarla ad altri, nasca una forte collaborazione e confronto, capace di creare effettive forme di corresponsabilità con la scuola all’interno delle istituzioni collegiali scolastiche a ciò preposte e non solo. La dott.ssa D’Amico ha riportato la positiva e recente esperienza italiana dell’Associazione Non si Tocca la Famiglia di cui è Presidente, che ha ottenuto dal MIUR, con l’aiuto fattivo di genitori uniti e consapevoli del loro primato educativo, una Circolare che, come richiede l’Istanza d’Arengo, prevede il consenso informato preventivo di questi ultimi, per tutte le attività non inerenti ai percorsi obbligatori (come l’italiano, la scienza, la storia o la geografia ecc,) su temi eticamente sensibili. Tra questi ovviamente anche quelli sulla propria identità sessuale, che se presentati indistintamente ad una classe senza tener conto del delicato e tormentato cammino di maturazione personale di ciascuno, rischiano di generare nei nostri figli incertezza, smarrimento, non accettazione di sé, fino ad indurre a fenomeni di autolesionismo o di richieste (precoci ed irreversibili) di assunzione di inibitori della pubertà quale viatico per la transizione di genere, con la complicità di campagne mediatiche prezzolate che la fanno apparire come una semplice passeggiata, nascondendo così business miliardari. Commovente poi la lettera di una mamma a cui Giusy D’Amico, sul finire della serata, ha dato lettura. Dalla lettera si è potuta percepire la concretezza e l’attualità dell’emergenza: al di là di battaglie (fintamente) ideologiche, di governi che nel mondo sono sovvenzionati da gruppi farmaceutici per adottare legislazioni loro favorevoli, da influencer sponsorizzati che propagandano le transizioni di genere, vi sono poi ragazzi e ragazze in carne ed ossa, nostri figli, che attraversano drammi profondi, veri, e mettono a dura prova il ruolo educativo dei genitori.

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