San Marino. Uno di Noi: una riflessione sull’Istanza d’Arengo del 2 ottobre

San Marino. Uno di Noi: una riflessione sull’Istanza d’Arengo del 2 ottobre

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato dell’Associazione “Uno di Noi”

Abbiamo atteso alcuni giorni prima di intervenire sull’istanza d’arengo promossa dalla nostra Associazione e presentata all’Ecc.ma Reggenza il 2 ottobre scorso, dopo aver letto ogni genere di presentazione e di commento. Prima di tutto un fatto. La recente legge n. 127 del 7 settembre 2022 “Regolamentazione dell’interruzione volontaria di gravidanza”, che aveva la finalità di introdurre nell’ordinamento la disciplina dell’interruzione volontaria della gravidanza, ha visto il Consiglio Grande e Generale legiferare anche su aspetti che nulla avevano a che vedere con il quesito referendario né con l’interruzione volontaria della gravidanza. Ci riferiamo in particolare all’art. 3 commi 2 e 4. Le nostre preoccupazioni non riguardano affatto la “parità di genere” o la “cittadinanza attiva”, sulle quali siamo d’accordissimo a dispetto di quanto qualcuno ha scritto (naturalmente non vogliamo pensare che sia mala fede ma solo incomprensione del testo dell’istanza d’arengo), bensì l’educazione di “genere”. Si è letto peraltro in settembre sui giornali locali che la scuola sammarinese avrebbe varato una nuova proposta di indicazioni curriculari impattanti sull’identità di genere degli alunni, che sarebbero state operative dall’anno scolastico che sarebbe iniziato a breve. Ora, a dispetto delle levate di scudi di alcune signore che abbiamo letto, ci preme ricordare che nei paesi occidentali ancora si riconosce il primato educativo alla famiglia. L’art. 26 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani così recita: “[…] L’istruzione deve essere indirizzata al pieno sviluppo della personalità umana ed al rafforzamento del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali. Essa deve promuovere la comprensione, la tolleranza, l’amicizia fra tutte le nazioni, i gruppi razziali e religiosi, e deve favorire l’opera delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace. I genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di istruzione da impartire ai loro figli”. E ancora, il Protocollo addizionale alla Convenzione per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali al suo art. 2 così stabilisce: “Il diritto all’istruzione non può essere rifiutato a nessuno. Lo Stato, nell’esercizio delle funzioni che assume nel campo dell’educazione e dell’insegnamento, deve rispettare il diritto dei genitori di provvedere a tale educazione e a tale insegnamento secondo le loro convinzioni religiose e filosofiche”. Tale protezione è altresì indirettamente accordata dall’art. 1 della Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese, così come anche dalla Legge n. 49/1986 di riforma del Diritto di Famiglia, che all’art. 31 – Doveri verso i figli – così recita: “Ambedue i coniugi hanno l’obbligo di mantenere, istruire ed educare la prole nel rispetto della personalità e delle aspirazioni dei figli”. Non solo. I commi primo e secondo dell’art. 1 della Legge n. 21 del 12 febbraio 1998 intitolata “Norme Generali sull’Istruzione così recitano: “L’educazione della persona rappresenta un bene e una priorità fondamentale per la Repubblica e per lo sviluppo morale, civile ed economico del Paese. Il sistema di istruzione, la famiglia e gli altri soggetti sociali con valenza formativa, collaborano secondo il principio della sussidiarietà e nel rispetto dell’autonomia della persona e lo sviluppo delle sue capacità e attitudini, per un inserimento attivo e responsabile nella società”. “La scuola – continua poi l’art. 4 della medesima legge – promuove forme di collaborazione e di dialogo con le famiglie, riconosciute come primo ambito di esperienza educativa della persona, in modo da favorire un percorso formativo rispettoso dell’esperienza degli alunni. La scuola è organizzata e gestita in modo da rispettare i diritti e le libertà fondamentali sanciti dalla Dichiarazione dei Diritti dei Cittadini e dei Principi Fondamentali dell’Ordinamento Sammarinese, dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, dalle Carte internazionali sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e da ogni altro atto internazionale in materia cui la Repubblica di San Marino abbia aderito”. E allora, chi ha paura del confronto preventivo con le famiglie e perché? E’ infatti in causa la delicatissima questione della libertà di scelta educativa dei genitori, a maggior ragione in un paese ove è presente solo la scuola pubblica. Tema che si incrocia con l’altrettanto fondamentale questione del pluralismo culturale e della vita democratica della Repubblica. La scuola può e deve certamente favorire una formazione che tenda ad affermare la parità tra i sessi e ad agevolarne e consolidarne la consapevole acquisizione, ma non può contraddire l’intervento educativo familiare ed esperienziale delle famiglie con le teorie del “genere”. Ecco perché riteniamo di fondamentale importanza il riconoscimento della validità del consenso informato preventivo dei genitori per attività curriculari ed extracurriculari vertenti su temi che possono essere non condivisi dalle famiglie, a salvaguardia della libertà di educazione dei genitori. Così come avviene negli altri paesi europei. In sostanza si chiede che la stessa attenzione che viene mostrata – quanto al rispetto delle convinzioni filosofiche e/o religiose dei genitori – per l’insegnamento nelle scuole della religione, venga accordata per questo genere di tematiche. O per qualcuno la libertà di scelta dei genitori va bene solo a senso unico? In questo momento storico in cui è a rischio il fondamentale patto educativo tra scuola e famiglia, occorre lavorare affinché venga ricostruita la fondamentale alleanza tra questi due polmoni con cui respira l’educazione dei figli. Di fronte al rischio di introduzione nella scuola di scelte culturali non condivise dalle famiglie e discutibili assunti ideologici, è necessario che i progetti educativi siano al contempo rispondenti ai bisogni degli alunni e rispettosi delle scelte educative delle famiglie. Così come bene espresso nell’Allegato A alla Legge n. 95 del 6 giugno 2019 ove si afferma che “Occorre stabilire un “Patto di corresponsabilità” per recuperare il senso del rispetto, della lealtà, delle regole, del silenzio: valori che sembrano antiquati nella società dell’apparire, dei ritmi frenetici, del consumo veloce e di una certa assordante maleducazione”. Mai come oggi, affermare il primato educativo della famiglia – in sinergia con la scuola – si presenta secondo noi come un servizio alle famiglie, ai bambini, ai ragazzi ed all’intera società.

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