Per l’Unione per la Repubblica l’operazione che l’Esecutivo sta portando avanti con il gruppo cinese “Maxdo” non è affatto trasparente. L’Upr avverte il Governo che prima di mettersi in casa investitori esteri di una tale caratura internazionale sarebbe meglio risolvere annosi problemi interni, i quali hanno condotto il Titano nella black list italiana. L’entusiasmo di questi giorni del Governo, della maggioranza e del Pdcs, riguardo al possibile investimento che, a San Marino, si accingerebbe ad
effettuare Maxdo Group Limited, che, tra le altre cose, non si sa nemmeno in quale settore (immobiliare? finanziario?), parrebbe alquanto spropositato, considerando le gravi condizioni economiche in cui attualmente versa il Paese.
L’apertura del nostro sistema, verso l’esterno e’, senza dubbio, un valore. Ma deve inevitabilmente equilibrarsi all’interno di un corretto rapporto con gli Stati e gli Organismi di riferimento.
Sarebbe un errore grossolano o, ancor peggio se dettato da altre ragioni, fare finta di nulla rispetto alla situazione in cui siamo. Non considerando, ad esempio, che con la revisione – da parte italiana della black list – la Repubblica di San Marino, diversamente da altri Stati, vi rimane all’interno.
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